Roma che la spinge, la cerca, la chiama. L'ombra di Federica Pellegrini che si allunga sui "suoi" 800 stile libero, perché Superfede a questi Mondiali a famedi gloria e medaglie, e smessi i panni di Amleto è pronta a travestirsi da Merckx il Cannibale, o a prendere le sembianze animali della Faina Valentina Vezzali. Insomma, quelli di Roma2009 sono Mondiali complicati per Alessia Filippi, romana di Tor Bella Monaca, quartiere della periferia della Capitale.
Di più. Alessia cerca in casa il riscatto e la consacrazione internazionale, come stella dell'Italnuoto. Non che manchi dalla sua bacheca una bella manciata di medaglie pregiate, impreziosite proprio da un argento olimpico (e proprio su quelli 800 metri stile libero vinti a Pechino dalla Adlington e ora insidiati da Federica…). Ma è chiaro che un bel bottino nel mondiale di casa cambierebbe prospettive e gerarchie.
Avrebbe potuto viverlo già due anni fa, Alessia, questo momento. Ma a Melbourne 2007, nel momento di raccogliere il frutto di tanti chilometri nuotati in piscina, una maledetta influenza la prosciugò di energie proprio alla vigilia dell'appuntamento iridato. Ritenta, sarai più fortunata, Alessia. Ma quel buco nell'acqua non le andato giù, alla Filippi, e il miraggio di Roma 2009 ha cominciato a divenire sempre più reale, soprattutto una volta archiviata l'esperienza olimpica cinese.
Serve concentrazione, serenità, grinta, forma fisica, per centrare l'obiettivo. Non servono alibi, caricature, pressioni inutili, chiacchiere da bar di cui Roma pure è maestra nel riempirsi la bocca.
E allora Alessia, per nuotare più leggera, si scrolla di dosso prima di tutto i paragoni scomodi.
Pupona, l'hanno sempre chiamata, quasi a indicarne un alter-ego, un clone, un simulacro di quel Francesco Totti "Er Pupone" per eccellenza, che pure non risparmia apparizioni pubbliche e private per soddisfare la fame che la Città Eterna (almeno la metà di fede giallorosa…) ha del suo Re.
Ma quell'ombra, materializzata in quel vezzeggiativo che per i vicoli romani sa di investitura/bollatura, è stretto per Alessia molto più dei pur attillatissimi superbody di ultima generazione. E allora arrivederci e grazie alla Pupona, con tanti saluti all'illustre icona gemella
"Non chiamatemi Pupona, per favore, ammiro Francesco e sono tifosa giallorosa, ma Totti è Totti, io sono io. Io sono Alessia Filippi e basta. La gara? Voglio l'oro sui 1500 stile libero, me la vedrò con la romena Potec e la danese Friis". Tutto detto d'un fiato, col sorriso sulle labbra, ma con uno sguardo che vuol chiudere qui ogni discorso. Poche parole, tante idee chiare, una medaglia da sognare. A 22 anni, insomma, Alessia è ormai donna e campionessa.
E allora, comunque vada, non chiamatela più Pupona