Castellacci (medico nazionale):
«Da noi esami molto più severi»

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9 agosto 2009


In Italia gli esami clinici sui giocatori sono molto più severi. Lo dice Enrico Castellacci, medico della nazionale italiana di calcio campione del mondo che parla dopo la morte di Daniel Jarque, difensore dell'Espanyol deceduto ieri. Per scoprire un problema cardiaco ed escludere i rischi gravi per gli sportivi professinisti bastano comunqe due esami come l'elettrocardiogramma e l'ecocardiogramma. Esami ai quali i calciatori in Italia si sottopongono ogni anno in modo severo, anche ogni sei mesi in alcune società, con una attenzione maggiore rispetto a quella di altri paesi. «Non è possibile – ha spiegato Castellacci - escludere al 100% la possibilità di non riuscire a scoprire qualche rara malattia congenita, ma in Italia, molto più che in altri paesi, i controlli sono molto accurati. Tanto che esattamente due anni fa anni quando morì il calciatore spagnolo Antonio Puerta El Pais scriveva «dobbiamo fare come in Italia».

Normalmente, continua il medico, «un calciatore professionista viene sottoposto, appunto, ad elettrocardiogramma ed ecocardiogramma. Qualora si verificasse alterazioni negli esami, si consigliano ulteriori accertamenti come l'holter pressorio o la scintigrafia o anche la risonanza magnetica. Ed in caso di problemi, da noi, il giocatore viene fermato».

9 agosto 2009
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