Milan in vendita ai libici? Fininvest smentisce contatti

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4 settembre 2009


Silvio Berlusconi potrebbe vendere il Milan. L'indiscrezione arriva dal quotidiano la Repubblica, secondo il quale la società di via Turati non è più un sarebbe più un «asset strategico nella galassia imprenditoriale di Silvio Berlusconi», ma potrebbe essere sacrificato, non rintrando più nei piani aziendali a lunga scadenza. Insomma, i rossoneri non sarebbero più un patrimonio intoccabile per la famiglia del presidente del Consiglio, che sarebbe tentato - sempre secondo Repubblica - di mettere in vendita la società.

Alla base della decisione del premier, scrive il quotidiano diretto da Ezio Mauro, ci sarebbero il gravoso bilancio e il pressing dei figli, oltre agli effetti del campionato sui sondaggi di popolarità e sulle elezioni. «La vicenda Kakà - aveva ricordato lo stesso presidente del Consiglio - mi ha fatto perdere almeno 2 punti nell'ultima tornata europea». Tutti fattori, insieme all'oggettiva difficoltà di competere con le più grandi d'Europa, che lo avrebbero convinto ad accettare l'idea di trovare acquirenti per il Milan. Al punto di avviare personalmente le prime trattative per la cessione, scrive Repubblica, con il leader libico Gheddafi.

Domenica scorsa, il giorno dopo la sonora sconfitta subita nel derby, il capo del governo è volato a Tripoli per un incontro istituzionale con Gheddafi, nel corso del quale, secondo la ricostruzione di Repubblica, il capitolo "affari" sarebbe stato preponderante. Non si sarebbe, però, parlato solo di business petrolifero, infrastrutturale e di tlc, ma il Cavaliere avrebbe sfoderato anche il dossier Milan, provando a saggiare la disponibilità di uno dei fondi sovrani libici: il Central Bank of Lybia, il Lybian Investiment Authority o il Lybian Foreign Bank.

Da tempo, del resto, questi soggetti sono attratti dal calcio europeo e italiano in particolare. In passato è accaduto con la Juve, di recente hanno chiesto informazioni sulla Roma. E adesso Berlusconi li avrebbe consultati per la sua squadra. Per non turbare gli assetti societari e familiari, scrive ancora Repubblica, il capo del governo starebbe pensando, però, a una vendita "a tappe", senza strappi improvvisi. Con un primo ingresso in quota minoritaria.

La Fininvest e l'amministratore delegato Adriano Galliani, ciascuno nel loro ambito, hanno smentito la ricostruzione di Repubblica. E il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, in volo con la Nazionale verso Tbilisi, ha commentato le indiscrezioni dicendo di essere «per le grandi famiglie italiane, come i Moratti, gli Agnelli, i Berlusconi» e di non voler «trasformare la Serie A in un Premiership con tanti padroni stranieri».

4 settembre 2009
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