Il fastidio di Mourinho: «Trovo
lavoro quando e dove voglio»

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10 dicembre 2009


Il solito José Mourinho. Infastidito, imbronciato, provocatorio, sarcastico. Perfino strafottente con gli odiatissimi giornalisti, che si permettono addirittura di fargli delle domande sul calcio, materia sulla quale, si capisce, lui sa tutto e i cronisti sportivi pressoché nulla.

Un Mourinho maschera tragica che neppure la qualificazione in Champions ha messo di buon umore. Anzi, è evidente che il tecnico nerazzurro non ha digerito le polemiche innescate dal battibecco a distanza con Sandro Mazzola su chi paga lo stipendio e dove andrà Mou a fine stagione se fallisse l'obiettivo Champions, ovvero la ragione suprema per la quale Massimo Moratti l'ha voluto a Milano, liquidando dalla sera alla mattina il pur vincente Roberto Mancini.

«A me nessuno dell'Inter aveva detto nulla (sull'ipotesi di addio a fine anno in caso di eliminazione, ndr). I giornalisti e gli ex giocatori - ha sibilato Mou dopo il match con il Rubin Kazan al Meazza - non decidono niente. E se un giorno qualcuno che decide mi dicesse qualcosa e andassi via dall'Inter lavorerei quando voglio e forse anche dove voglio». Poi una battuta per chi ha criticato il rendimento dei nerazzurri in Europa. «La scorsa stagione ci eravamo qualificati subito, ma perdendo le ultime due partite. Stavolta siamo passati all'ultimo, ma con due punti in più e chiudendo con un successo in un gruppo vinto dai campioni d'Europa. Credevo che l'Italia fosse un paese dove contano i risultati. Succede per tutti, ma non per me. Ora sarà dura: ci sono sei avversarie fortissime, compreso il Bordeaux».

La chiave di questo successo, intanto, è stato il centrocampo. «Con una formazione più offensiva di così - è la rivendicazione di Mourinho - era difficile giocare. E se siamo riusciti ad essere anche equilibrati è stato merito soprattutto dei tre di centrocampo più Cambiasso che è entrato benissimo. Non posso dire che abbiamo giocato una partita straordinaria, ma credo che nessuno possa dire che non abbiamo meritato di vincere».

Al Milan «complimenti» e un perfido «in bocca al lupo alla Juventus per l'Europa League», da parte del tecnico portoghese, che non eccede in complimenti per il decisivo Balotelli: «Sono contento di lui come di tutta la squadra. E Balotelli fa parte della squadra. Grazie anche a chi non ha giocato, ma ha partecipato alla preparazione di questa gara». Di Balotelli ha parlato invece il presidente nerazzurro Massimo Moratti: «Ha capacità straordinarie e può risolvere tutte le partite. Farebbe comodo anche alla Nazionale. Non mi aspettavo la formazione dell'inizio: schierandola così ha dato coraggio a tutti. Acquisti a gennaio? La mia intenzione è di non prendere nessuno». (di Alberto Annicchiarico)

10 dicembre 2009
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