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Il tubo catodico non è morto. E batterà ancora i «flat»

Gianni Rusconi

Lo davano per spacciato, messo da parte per fare spazio ai Tv ultrapiatti, quelli da appendere alla parete, a cristalli liquidi o al plasma. Eppure il “vecchio” televisore a tubo catodico, equipaggiato quindi con il classico schermo Crt (Cathode Ray Tubes), non demorde e in chiave di mercato rivendica un ruolo importante, il più importante in assoluto. I numeri che riportiamo di seguito, frutto di elaborazioni di dati pubblicati a fine dicembre da vari analisti del settore, dicono infatti che la domanda per i Tv tradizionali è ancora molto alta: in Europa, per inciso, sono state circa 33 milioni le unità vendute nell’anno appena concluso, di cui circa 21 milioni concentrate in nove paesi dell’area Occidentale e oltre 7 milioni in Russia. Gli Lcd, nel Vecchio Continente, hanno invece catturato l’attenzione di 5,3 milioni di utenti, i pannelli al plasma quella di ulteriori 1,3 milioni. Numeri che confermano come le strategie dei principali produttori europei (Philips, Thomson, Loewe) e asiatici (Sony, Samsung, Lg, Sharp, Panasonic) non possano non tenere conto delle attuali dinamiche del mercato, che in generale confermano la perdurante forte curva al ribasso dei prezzi al consumatore finale.
Anche se i televisori a schermo piatto hanno conquistato fette di domanda consistenti in Corea, Giappone, Europa e Nord America, gli schermi Crt vantano ancora una diffusione (siamo nell’ordine dei 200 milioni di pezzi, di cui un terzo fabbricato in Cina) che vale i tre quarti della produzione mondiale. La crescita delle vendite di display a cristalli liquidi, al plasma e a retro-proiezione è, e sarà, fuori discussione ma è altrettanto vero che il numero di nuovi Tv Crt supererà per molti anni a venire quello combinato degli apparecchi basati sulle altre tre tecnologie. E, dicono gli esperti, c’è una precisa spiegazione a questa tendenza: il tubo catodico è un prodotto maturo, prodotto in grandi volumi con metodi consolidati, competitivi e, questa la novità annunciata, con innovazioni tecnologiche che lo avvicineranno (per ergonomia e design) ai tanto osannati Lcd e plasma.

Il tubo catodico si “accorcia”. E il Tv Crt costa un terzo meno
La nuova generazione di apparecchi a tubo catodico ha fatto una drastica “cura dimagrante” quanto ad ingombri, tagliando la lunghezza del cannone elettronico per rendere i televisori sempre più sottili, a prezzi decisamente più abbordabili rispetto alla tecnologia Lcd o al plasma e con una qualità d’immagine paragonabile a quella attuale, che è superiore a quello dei display ultra piatti e ultra large. Samsung, per esempio, ha già lanciato anche in Italia alcuni modelli SlimFit, primi esemplari di una nuova stirpe di Tv Crt per cui è stata ridotta di due terzi la dimensione del tubo catodico: risultato, un 32 pollici widescreen compatibile con i segnali HdTV dell’alta definizione è profondo “solo” circa 40 cm, contro gli oltre 50 della versione classica, e si compra con meno di 700 euro, meno della metà di un modello Lcd di fascia media dello stesso formato.
Anche la joint venture Lg.Philips Displays ha lanciato un cinescopio Crt di nuova generazione, il SuperSlim Cpt (Color Picture Tube), prodotto nei tagli da 21, 29 e 32 pollici, che al pari di quello di Samsung riduce del 30% la profondità e il volume occupato dal cinescopio. A sfruttarne i vantaggi ci sta provando (presto lo farà anche Philips) il primo produttore di Tv italiano, Mivar, che dall’autunno scorso offre a catalogo un 21 pollici Slim Line che occupa uno spazio di poco superiore a quella dei comuni 14 pollici e costa un terzo (poco più di 200 euro) di un 20 pollici Lcd.
Il prezzo sarà in futuro il fattore primo che condizionerà le scelte dei consumatori, e di conseguenza l’intera evoluzione del mercato dei televisori? Chi perora la causa degli apparecchi Crt fa notare come i nuovi schermi “accorciati” saranno ancora i best seller in Europa ben oltre il 2008 e spopoleranno nei paesi emergenti, a cominciare da Cina, India, Russia e America Latina. I dati resi noti da Lg.Philips Displays dicono in proposito come proprio nel “grande paese rosso” le vendite di televisori Crt del valore massimo di 250 dollari americani abbiano superato quota 30 milioni nel 2005, coprendo circa l’80% del volume totale del mercato cinese. E tutti sanno quanto sia considerata la Cina nelle strategie di business delle multinazionali hi-tech.