Il mercato dei chip per pc e quello delle piattaforme server, i media center e i device mobili e multimediali, processi di produzione, alleanze strategiche e programmi di espansione nelle aree in forte sviluppo: la guerra infinita fra Intel e Advanced Micro Devices conosce anno dopo anno nuove frontiere e allarga lo spettro del confronto ben oltre l’annuncio a ritmo sempre più serrato dei processori.

Le ultime dai bilanci, per esempio, cosa dicono? Dicono che Intel, dopo un terzo trimestre 2005 record per volumi di vendita e per fatturato raggiunto (9,96 miliardi di dollari, con profitti netti pari a 2 miliardi) si appresta a mettere in archivio l’intero esercizio fiscale con ricavi trimestrali arrivati alla soglia dei 10,5 miliardi di dollari, con un gross margin del 63% e un valore di capital spending nell’ordine dei 5,9 miliardi. Numeri che attestano una disponibilità finanziaria indubbia, solida, e destinata a non soffrire più di tanto dell’erosione costante in atto sui prezzi dei chip sul mercato: la creazione di un fondo di ventur capital di 250 milioni in India e l’aver destinato ulteriori 800 milioni di dollari (in cinque anni) per supportare l’espansione delle attività nel Paese asiatico sono fatti che parlano da soli. E la grande rivale? Amd ha chiuso il proprio esercizio giusto il giorno di Natale e si è regalata per l’occasione un quarto trimestre da boom per quanto riguarda unità consegnate e volume d’affari, salito a 1.84 miliardi di dollari nel periodo con circa 205 milioni di utili netti (operazioni straordinarie escluse). Se in valore assoluto le distanze fra i due grandi contendenti sono ancora marcate (Intel sviluppa ricavi cinque volte tanto quelli della rivale), almeno sul piano della redditività (profitti netti superiori al 10% del fatturato complessivo) Amd se la gioca alla pari. Ed è forse questo il dato che conta maggiormente.

Road map a confronto nel segno dei 64 bit
Le Cpu dual core per server, desktop e notebook (per cui Intel ha fatto fatica ad assecondare gli ordini) e la tecnologia di processo a 65 nanometri sono le grandi novità partorite da Intel fra fine 2005 e inizio 2006. Le prime, in particolare, pesano al momento solo per il 25% sui ricavi derivati dalle vendite di processori ma già entro l’anno tale incidenza dovrebbe salire all’80%. Alle porte c’è ora l’edizione primaverile dell’Intel Developer Forum (dal 7 al 9 marzo a San Francisco) ed è più che lecito attendersi ulteriori aggiornamenti di prodotto. Quelli già noti per il segmento notebook riguardano per esempio i nuovi processori Core Solo Ultra Low Voltage con frequenze fino a 1.2 GHz (debutto atteso entro fine aprile), cui seguiranno i nuovi top di gamma della famiglia Yonah, la serie T2700, che debutterà nel terzo trimestre arrivando a una frequenza di clock di 2.33 GHz. Poi gran finale con Merom, la nuova Cpu mobile che alla frequenza di 2.33 GHz abbinerà il supporto Emt 64 (Extended memory technology, l’architettura a 64 bit integrata nei chip Pentium 4 per desktop). Per i processori destinati ai pc da scrivania, invece, Intel punterà tutto sulla produzione a 65 nanometri (nuovi impianti in Israele, India e Vietnam) e sulla tecnologia dual core con una scommessa da vincere che ha già nome e cognome: Conroe, l’architettura di nuova generazione in arrivo dalla seconda metà del 2006 che segnerà per Intel l’evoluzione prossima ventura del computing da tavolo.
La risposta di Amd, che di recente ha tolto i veli alla nuova Cpu ammiraglia Athlon FX-60 e confermato l’imminente rilascio dei processori Opteron serie x85 ha un comune denominatore ben preciso che si chiama Socket AM2, il nuovo “core” a 64 bit targato Amd in campo a partire dalla seconda metà di quest’anno. Tutta la nuova ondata di chip Athlon 64, Athlon 64 X2, Athlon 64 FX (le famiglie FX-62 e FX-64 sono in rampa di lancio entro i prossimi dodici mesi) e Sempron (la piattaforma per notebook) avranno questa nuova architettura in versione dual o single core (entrambe supporteranno memorie evolute di tipo Ddr2-800) come base portante unificata. Una mossa che, al di là della potenza di elaborazione (oltre i 5 Ghz nel 2007) e i bassi consumi, ha due chiavi di lettura ben precise: da una parte minori problemi di adattabilità da parte dei produttori di sistemi e dall’altra maggior contenimento dei costi di produzione per Amd.