Le abitazioni con un apparecchio HdTv in salotto erano circa 10 milioni, su scala mondiale, all’inizio del 2005, sono cresciute oltre quota 15,5 milioni alla fine dello scorso anno e si avviano a ritmi sostanziosi a superare il tetto dei 50 milioni entro il 2009.

L’escalation della Tv ad alta definizione negli ambienti domestici di cui sopra è stata predetta dalla società di ricerca In-Stat, che non ha mancato però di rilevare come tale corsa possa essere rallentata da variabili sensibili, quali la disponibilità effettiva di contenuti (film e trasmissioni televisive) ad elevata risoluzione grafica e la confusione che potrebbe regnare fra gli utenti in termini circa le modalità di utilizzo della tecnologia Hd. Dal punto di vista dei canali di trasmissione, In-Stat ha rilevato come nel 45% dei casi il servizio è reso disponibile da broadcaster televisivi satellitari e nel restante 55% da operatori Tv terrestri e via cavo. Lo studio ha quindi evidenziato quali sono i Paesi al momento più sensibili al richiamo dell’alta definizione e nel dettaglio questi sono gli Stati Uniti, che ha registrato negli ultimi 18 mesi tassi di crescita della domanda nell’ordine del 150% (circa 5 milioni gli utenti HdTv oggi negli Usa), Australia, Giappone, Corea del Sud e Canada.
Un altro report, pubblicato da Booz Allen Hamilton, ha fatto invece il punto sulle dinamiche di sviluppo della Tv digitale in Europa, un segmento che dall’avvento delle trasmissioni HdTv dovrebbe trarre molti benefici. La stima attuale di utenti abbonati a servizi di televisione digitale (satellite, IpTV, digitale terrestre) parla di circa 52 milioni di abitazioni, circa il 37% della “popolazione” complessiva. Questa percentuale dovrebbe salire fino al 60% nell’arco dei prossimi 10 anni e se questo si avvererà, dicono gli analisti, l’alta definizione sarà sicuramente uno dei driver per la rivoluzione digitale “triple play” (Tv, connettività Internet e servizi Voip) che ci attende. La nuova generazione di servizi televisivi, in particolare, si porterà dietro investimenti valutati nell’ordine dei 100 miliardi di euro e la creazione di 100mila nuovi posti di lavoro. Numeri di grande spessore, che fanno il paio con possibili alleanze strategiche fra i vari broadcaster televisivi operanti in Europa e con le necessarie regolamentazioni che dovranno essere definite su scala internazionale.