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15 dicembre 2006

Microsoft Zune, un (quasi) nuovo modello di business per la musica digitale

Zune: più di un lettore audio o multimediale. È un progetto che coinvolge Microsoft a livello tecnologico e commerciale e si spinge fino a costituire il fulcro di in un'alleanza con le major del disco. L'obiettivo: creare un nuovo modello per la distribuzione, la vendita e la fruizione della musica digitale, capace di competere con il dominio della Apple che con i iPod e iTunes ha costruito un successo senza precedenti. Il colosso di Redmond ha realizzato un lettore audiovideo di buona caratura, vestito con design piacevole ma fin troppo ispirato alle creazioni della Mela Bianca. Ma non solo: Zune è un vero è proprio brand e al pari di quello xBox vede la prevalenza di un nuovo marchio su quello Microsoft, il quale a ben vedere non ha mai avuto troppo appeal. Zune è in vendita negli Usa in questi giorni ma non in Europa dove arriverà tra un anno.
Sul fronte dell'hardware è difficile, nonostante Zune sia sulla carta più prestante di iPod, che Microsoft possa dare davvero fastidio a Apple. Potrebbe piuttosto tentare di erodere market share a Creative, Sony, Samsung o Archos. Il vero attacco a Jobs è invece nel campo della vendita di brani musicali. Zune è distribuito con canzoni precaricate di Emi o Virgin, ma non è solo un serbatoio di contenuti, bensì un strumento per condividere file all'interno di comunità di rete interconnessa senza filo, capace a sua volta di spingere le vendite di musica. Il lettore, forte di un bel display da tre pollici con quella visualizzazione panoramica landscape che manca agli iPod video, un disco Toshiba da 30 Gb, è corredato anche con un sistema wireless per lo scambio di file Zune-to-Zune. I membri di comunità estemporanee, senza fili e online, di possessori di lettore made in Redmond possono passarsi canzoni gli uni con gli altri. Una caratteristica, questa, che pare tagliata per infliggere un colpo di bazooka all'iPod, poiché punta a creare un'interconnessione sociale nelle scuole e nelle università o nei posti di lavoro. Zune non permette un file sharing illimitato: punta a favorire il corto circuito di business tra l'hardware, by Microsoft, e il software ovvero con i contenuti delle major. Visto che l'utente che riceve una canzone in "prestito" da un altro può ascoltarla tre volte in tre giorni e poi deve acquistarla dal Zune Marketplace, ovvero il negozio Microsoft di canzoni. E per la vendita dei brani (oltre alla vendita di un singolo pezzo) è stato ideato un sistema «all you can eat»: si paga un abbonamento mensile (14,99$) o trimestrale (44,97$) e si scarica ciò che si vuole.
E così un bel lettore pieno di canzoni diventa, una volta in rete sociale wireless, un traino ad altre vendite. Per la gioia delle case discografiche che già con canzoni a 0,99 euro l'una non ci guadagnano poco. In questo modo si punta a far si che i player non rimangano vuoti di canzoni "pagate" ex novo come accade ora. Si calcola che in media in ogni iPod ci sia non più del 5% di canzoni comprate da iTunes, il resto della memoria è occupata (più che legittimamente) da brani compressi da cd propri o scaricati (illegalmente) via P2P. Ma non basta: il flirt con le major della musica si spinge fino a far si che Microsoft corrisponderà a una Vivendi Universal una percentuale del ricavato di ogni Zune venduto e a sua volta la casa ridistribuirà la metà agli artisti. Così la Casa di Gates si ingrazia un gigante della discografia, dandole la possibilità di fare soldi anche senza vendere canzoni in una sorta di strana compensazione per la musica copiata nei lettori: difficile credere che qualcuno possa spendere davvero 5mila euro per riempire un player da 20 Gb. Il modello di business di Zune che fa leva appunto su rapporti stretti con le major mira a inglobare l'utente che si trova così a diventare consumatore e distribuire allo stesso tempo. Bisogna solo vedere se il pubblico accetterà questo e se non preferirà invece acquistare un player, magari di top brand come Creative, più aperti e "liberi".



 

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