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Microsoft assediata gioca d'attacco

di Luca De Biase

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27 gennaio 2007

C’è un mondo nel quale la sorpresa è la norma e le novità sono sempre annunciate. A lungo andare, in quel mondo, l’innovazione viene percepita come business as usual, anche se richiede investimenti giganteschi e rischi significativi. Nel mondo digitale, la partita dell’innovazione è giocata all’ultimo respiro, ma le vere e proprie rivoluzioni sono molto rare. E, quando si verificano, cambiano il corso della storia. È indubbio che il personal computer è stato una di quelle rivoluzioni. Ed è altrettanto indubbio che le sue conseguenze si sono ormai esaurite, come se si fossero sciolte nella nuova fase rivoluzionaria avviata dall’avvento di Internet.
È per questo che l’uscita del nuovo sistema operativo della Microsoft, Windows Vista, appare a molti osservatori come un fatto meno rilevante di quanto non sia stato il lancio di Windows 95 una decina d’anni fa. Ma è un’impressione giusta? Tecnologicamente, forse sì. Economicamente, probabilmente no. La battaglia competitiva che si gioca nel mondo dell’informatica, dei media, delle comunicazioni è molto complessa, i concorrenti in gioco sono diversi e la loro forza è diseguale: in questo contesto, sarebbe un errore sottovalutare l’importanza strategica di Windows Vista.
Tecnologicamente, Windows Vista è superiore al precedente, Windows Xp, e si avvicina - o in qualche particolare addirittura supera - il concorrente Mac Os X della Apple. Ma ce lo si aspettava: con la nomina di Ray Ozzie a chief software architect al posto di Bill Gates, la Microsoft è riuscita a liberarsi di una quota di programmi ereditati dal passato e a decidere di riscrivere molta parte del nuovo software. Per riuscirci peraltro, secondo «The Economist», è stato necessario il lavoro di 8mila persone e l’investimento di 6 miliardi di dollari.
Il che non si giustifica solo col fatto che, sommato a Office, la suite di programmi per scrivere, calcolare e fare presentazioni, Windows produce il 60% del fatturato e l’80% degli utili della Microsoft. Si giustifica piuttosto considerando che Vista è un’arma competitiva con la quale l’azienda di Redmond cerca di giocare la sua partita nel mondo di Internet e dei media digitali, nel quale si trova attaccata da ogni parte. Nel software di base, subisce l’avanzata dei programmi gratuiti scritti da volontari: dai server alle applicazioni - come il browser Firefox che ha ormai raggiunto una quota dell’11% a spese dell’Explorer - l’open source è una minaccia culturale ancor più che economica.
D’altra parte, la competizione per l’attenzione dei consumatori sembra vinta dalla Apple. Mentre Google non cessa di avanzare in territori che diventano ogni giorno più strategici per Microsoft - dalle ricerche alle applicazioni per scrivere e fare i conti - cedendo gratuitamente il software per finanziarsi con la raccolta pubblicitaria. Nei giochi, intanto, la Sony è sempre fortissima, mentre la Nintendo torna a farsi avanti. E nei telefonini o nei set-top-box, la competizione è ancora più aperta, con produttori di software e hardware in lizza per aggiudicarsi posizioni importanti ma nessun dominatore della scena: perché il campo è disegnato dalle strategie, e dalle debolezze, delle compagnie di telecomunicazioni e dai network tv, i cui business sono in difficoltà ma il cui potere è immenso.
In questo caotico contesto, la Microsoft esce con Vista e consolida la sua tenuta sui pc, che bene o male restano una tecnologia importante. Così, rilancia tutto l’ecosistema che gira intorno ai pc, con centinaia di migliaia di sviluppatori di programmi di terze parti che riprendono a scrivere per adattare alla nuova piattaforma le loro applicazioni. E nello stesso tempo unifica la tecnologia del pc con quella della gestione della nuova televisione, dato che Vista è anche un media center, cioè una centralina di controllo delle attività che si possono fare con la tv digitale. Rispondendo, inoltre, alle più gravi difficoltà nelle quali erano finiti gli utenti: il nuovo sistema operativo, infatti, assorbe la funzione di lotta contro i virus e gli altri software maligni che girano in rete.
Non a caso, di fronte all'inserimento nel sistema operativo di Microsoft di funzioni precedentemente svolte anche da prodotti concorrenti, alcuni suoi competitor - Adobe Systems, Ibm, RealNetworks, Red Hat e Sun Microsystems - hanno portato all’attenzione dell’autorità Antitrust europea una nuova protesta contro quello che denunciano come un nuovo abuso di posizione dominante da parte della Microsoft. La battaglia, insomma, continua. Senza esclusione di colpi.
http://blog.debiase.com.

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