La Tv mobile ha il potenziale per generare per gli operatori telco ottime entrate ma solo se gli stessi sapranno attrarre un numero di utenti tale da poter interessare in modo esteso gli investitori pubblicitari. Quello che arriva dagli analisti della Gartner (che al tema della mobile Tv ha dedicato il report "Music, Tv and Drm-Enabled Mobile Phones, Worldwide, 2004-2010) è un vero e proprio ammonimento che ridimensiona per certi versi i facili entusiasmi creatasi attorno ai servizi video sul telefonino. O meglio. La stessa società di ricerca prevede un futuro radioso per questi servizi nel 2010, con circa 500 milioni di possibili utenti attivi nei mercati più sviluppati; di questo mezzo miliardo circa 360 milioni (contro gli 11 milioni del 2006 e i 38 milioni previsti per il 2007) usufruiranno di programmi televisivi in modalità streaming via rete cellulare a larga banda (su network 3G e Hsdpa) mentre oltre 130 milioni si abboneranno a servizi di Tv mobile in modalità broadcasting attraverso terminali compatibili con i vari standard Dvb-H, Mbms (Multimedia Broadcast Multicast Service), MediaFlo o Dmb (Digital multimedia broadcasting). C'è però, per gli operatori e gli stessi produttori di apparecchi, un doppio problema da risolvere: attrarre in massa i consumatori, prima, e quindi mantenere e consolidare una customer base che, anche in futuro, percepirà in molti casi la Tv mobile solo come "add on" del tradizionale pacchetto di servizi sottoscritto con l'operatore mobile. Tendenza quest'ultima che, a detta di Carolina Milanesi, research director di Gartner, si può quantificare: "il salto in avanti della Tv mobile non sarà guidato dalla domanda dei consumatori ma dall'offerta degli operatori e solo il 30% degli utenti globali di questo servizio lo richiederà in modo specifico al proprio provider".
Un business da 25 mld di dollari nel 2010
Secondo Gartner, i ricavi degli operatori legati alla mobile Tv sono destinati a contrarsi nel breve termine proprio a causa dell'effetto "bundle" (il servizio in abbinamento ad altri servizi, connettività Internet per esempio, o legato a inserzioni pubblicitarie erogate in modalità push) ma registreranno ritmi di crescita significativi nel lungo periodo, diventando una delle voci più importanti in termini di Arpu (Average revenue per unit). Il volume d'affari dei servizi di Tv mobile via cellulare, queste le cifre stimate infatti dagli analisti, passerà dai 100 milioni di dollari del 2006 ai 15 miliardi entro il 2010, quelli generati dai servizi di broadcasting in mobilità salirà nello stesso periodo da 200 milioni a 10,8 miliardi.
Numeri importanti ma che nascondono più di un'insidia per quanto riguarda i modelli di business da adottare da parte degli operatori. Gartner suggerisce agli stessi di focalizzarsi sulla creazione di un'esperienza di mobile Tv unica e non certo battagliare fra di loro sul fronte delle tariffe per attrarre un numero sempre maggiore di abbonati; la numerosità degli utenti attivi è infatti una componente chiave per gli investitori pubblicitari, accreditati di un ruolo centrale nello sviluppo di questo business e nell'economia delle entrate degli operatori. Il boom della Tv mobile atteso fra tre anni è in definitiva realistico se, dando per scontata la qualità e l'esclusività dei contenuti a pagamento proposti (altrimenti la concorrenza degli YouTube del caso sarebbe insostenibile), gli operatori sapranno creare e consolidare una base di clienti molto significativa in fatto di volumi e rendere lo strumento un "new media" di riferimento per l'advertising.
| Lo sviluppo del mercato della Mobile TV |
| 2006 | 2007 | 2010 |
| Abbonati cellulari | 10,942.00 | 37,767.70 | 356,058.70 |
| Abbonati Broadcasting | 5,972.50 | 21,872.30 | 132,692.80 |
| Totale abbonati | 16,914.50 | 59,640.00 | 488,751.50 |
| Fonte: Gartner Dataquest (February 2007) |
