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IFA 2007 – Schermi piatti in passerella, nel segno dell'alta definizione

di Gianni Rusconi

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28 agosto 2007


Sony, Samsung, Philips, Sharp, Panasonic, Hitachi, Toshiba, Pioneer, Lg Electronics: le grandi firme dell'industria televisiva sono tutte presenti. Berlino sarà l'ennesimo appuntamento clou da non perdere - per i maggiori produttori di Tv a cristalli liquidi e pannelli al plasma - per ribadire al mercato che la Tv del salotto non può che essere "widescreen" e ad alta definizione. Scontata, infatti, la raffica di nuovi annunci di apparecchi Hd ready e Full Hd (lo standard a 1080 linee, la massima risoluzione oggi riproducibile per le trasmissioni in alta definizione) e la corsa alla novità più scintillante, sia essa in termini di dimensioni (siamo ormai nell'era degli schermi piatti da 110 pollici) che in fatto di qualità di immagine (i livelli di contrasto arrivano a 25.000:1) e di design all'avanguardia (e qui la bagarre è veramente totale).

Cresce il volume d'affari, ma i ricavi sono in discesa
Alla fine del 2006, il consuntivo globale delle vendite di televisori a schermo piatto parlava per l'ultimo trimestre dell'anno di fatturati in crescita del 72%, per un volume d'affari complessivo superiore ai 17 miliardi di dollari. Nel 2007, invece, l'incremento in valore del 14% maturato a fine dicembre (si ridurrà di circa la metà, attestandosi all'8% per un business sui dodici mesi stimabile intorno ai 92 miliardi di dollari, contro gli 85 dell'anno precedente. I dati elaborati dalla società americana DisplaySearch parlano quindi chiaro: la domanda continua a essere molto dinamica ma il progressivo calo dei prezzi al consumo – fattore determinante il boom degli acquisti - impatta e non poco sull'economia di questo business.

I televisori a tecnologia Lcd, stando agli analisti, faranno in ogni caso ancora la parte del leone, con buona pace dei pannelli al plasma. Le aspettative di crescita per le Tv a cristalli liquidi sono per il 2007 nell'ordine dell'11%, a 77,5 miliardi di dollari. Cifra che corrisponde a circa l'84% dell'intero mercato dei televisori flat screen e che nasce da volumi di vendita che da 42 milioni sfioreranno i 70 milioni di unità quest'anno per arrivare a quota 128 milioni entro il 2010 (per un giro d'affari di circa 93 miliardi di dollari) . Parimenti, l'evoluzione del mercato dei plasma è tutt'altro che negativa ma i numeri in gioco sono decisamente diversi: nel 2008 i ricavi aspettati sono nell'ordine dei 24 miliardi di dollari, il che significherebbe una quota intorno al 20% delle vendite complessive di Tv a schermo piatto.

Lcd contro plasma: una questione di prezzo e di dimensioni
La battaglia fra le due tecnologie di riferimento nel campo degli schermi piatti - gli apparecchi a tubo catodico "slim" sono una porzione minima delle vendite, i prodotti a tecnologia Oled sono ancora là da venire – è giunta nei mesi scorsi probabilmente a un punto di svolta. L'introduzione, infatti, dei formati da 40 e 42 pollici nei listini a cristalli liquidi delle varie Sony, Samsung e Sharp in particolare ha rotto gli equilibri nei confronti dei plasma (finora dominatori dei grandi e grandissimi schermi) e dei marchi - Panasonic, Pioneer, Hitachi - che ne sventolano la bandiera. Questi ultimi, però, e l'Ifa è il primo banco di prova, sono corse ai ripari giocando su quello che è il piatto forte degli Lcd, il fattore Full Hd, che verrà offerto come plus sugli schermi da 50 e 60 pollici.

Il prezzo, inoltre, è da sempre dalla parte dei plasma ma vista la corsa al ribasso messa in moto da tutti i produttori di Lcd non sarebbe una sorpresa vedere nel periodo natalizio offerte molto simili per i Tv da 42 pollici, lo spartiacque dimensionale fra le due tipologie di schermi. Stando ai dati in mano alla DisplaySearch, il prezzo al pubblico dei primi è in predicato di scendere di oltre il 30% nel 2007, mentre quello dei secondi (i plasma) potrebbe calare fra il 15 e il 20%.

E a parità di prezzo la maggiore risoluzione vantata dalle Tv a cristalli liquidi farebbe, agli occhi dei consumatori, la differenza in fase di acquisto. Sugli Lcd, inoltre, si concentrano circa l'80% degli investimenti in ricerca e sviluppo e questo lascia intendere come nei prossimi anni i cristalli liquidi attaccheranno con decisione i formati compresi fra i 50 e i 63 pollici, che sono già diventati nel frattempo il mercato di riferimento per i pannelli al plasma, per quanto la domanda dei super schermi non sia ancora arrivata a livelli eccelsi e presenti alcune anomalie di fondo (gli Stati Uniti, da soli, assorbono oltre il 70% delle vendite di schermi superiori al 50%).

Al di là di quello che si vedrà in vetrina a Berlino una cosa è quindi certa: i televisori di domani saranno sempre più grandi e il numero di produttori impegnati sul mercato rischia di diventare sempre più piccolo.

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