Fa effetto entrare in un data center. Sono sale di svariate centinaia di metri quadri, popolate da cassoni metallici (contenitori di server) che sibilano come cicale. La temperatura è da supermercato nei mesi estivi e le ventole spesso hanno un rumore sinistro.
In altre parole i data center consumano energia. Un sacco di energia. Tanto da spingere gli analisti a prevedere che in un futuro vicino i centri di elaborazione dati costeranno più in termini di energia elettrica che di computer. Attualmente, secondo i calcoli Idc, vengono spesi circa 50 centesimi in energia per ogni dollaro di hardware. Sempre Idc prevede che questa cifra aumenterà del 54% nei prossimi 4 anni arrivando a 71 centesimi.
Dai data center dipende l'archivio e la sicurezza, in una parola l'operatività di una azienda. Tuttavia, secondo un rapporto Forrester, solo una organizzazione It su tre è consapevole dell'importanza strategica del risparmio energetico. Percezione che però è destinata a cambiare. «Già oggi – spiega David Douglas, vice presidente Eco Responsability di Sun Microsystems – i nostri clienti ci chiedono di riprogettare i data center. Non è infatti solo una questione di tecnologie ma anche di architettura».
Spesso, informa Forrester, la temperatura del locale è tenuta a un valore molto più basso rispetto a quello ottimale, l'alimentazione è inefficiente come anche lo spazio che può essere progettato per gestire meglio il calore. Poi c'è tutto il capitolo dei sistemi di raffreddamento all'interno dei server che da soli assorbono oltre il 30% del fabbisogno energetico di un data center. Come spiegano gli esperti di Fujitsu Siemens, le migliori economie si raggiungono attraverso soluzioni e non singole tecnologie. Il che, probabilmente, comporterà a breve una reingegnerizzazione dei centri di calcolo. Che cambieranno anche di aspetto. Tuttavia, il ronzio sinistro probabilmente resterà. (l.tre)
