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Schermi piatti: plasma contro Lcd, la sfida corre sui grandi formati

di Gianni Rusconi

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4 settembre 2007

Prestazioni e prezzi, appeal verso i consumatori ed economie di scala, tecnologie e strategie di mercato: la guerra "frontale" nei televisori fra schermi a cristalli liquidi e pannelli al plasma è quanto mai viva, a dispetto dei volumi in gioco. Se gli Lcd coprono oggi ben oltre i tre quarti della domanda mondiale è pur sempre vero che i Pdp (plasma display panel) sono la prima scelta di chi predilige formati ultra large, dal 50 pollici in su. A Berlino, fra i vari padiglioni che ospitano il gotha dell'industria televisiva, il sapore della grande sfida si respira a pieni polmoni. È quasi palpabile, oltre che molto visibile: Lcd da una parte e plasma dall'altra, per formare insieme un impressionante esercito di centinaia di schermi appesi alle pareti degli stand o appoggiati nelle nicchie allestite per mettere in mostra i sistemi di home entertainment di ultima generazione.
L'Ifa ha confermato quindi una tendenza per altro ben nota: a cavallo della "rivoluzione" Full Hd i produttori da sempre fedeli alla tecnologia al plasma (Panasonic, Pioneer e Hitachi) giocano il jolly di performance che – soprattutto per quanto riguarda la riproduzione e la profondità dei colori – solcano ancora nei tagli superiori al 42 pollici una distanza qualitativa non indifferente rispetto ai cristalli liquidi. Gli Lcd, per contro, continuano la propria corsa in avanti per raggiungere livelli di definizione dell'immagine sempre più avanzati (vedi l'introduzione della tecnologia di retro-illuminazione Led sui modelli top di gamma) e conquistare posizioni significative quanto a volumi di vendita anche negli schermi grande formato. Per essere più chiari: oggi dai 37 pollici in giù i Tv a cristalli liquidi la fanno già da padroni, dai 50 pollici in su sono ancora i plasma a dettar legge. Ed è quindi nella terra di frontiera dai 42 ai 46 pollici che la sfida fra le due tecnologie si annuncia incandescente a partire dal prossimo autunno. A colpi di annunci da parte dei principali vendor di settore.
Kang (Lg): "rimarremo a lungo nel business dei plasma"
Simon Kang, responsabile delle attività "display" in Lg Electronics, ha dato nel corso dell'Ifa un'importante anticipazione: a settembre il colosso coreano raggiungerà il pareggio operativo nel business dei pannelli al plasma, prodotti per i Tv a proprio marchio e anche per altri Oem. Un annuncio in netta controtendenza con i risultati consolidati a fine giungo, con vendite in flessione del 16% rispetto al primo trimestre e consistente rosso di bilancio. Oggi Lg produce pannelli al plasma a pieno regime nelle sue varie fabbriche ma sono i prezzi, naturalmente, il fattore determinante l'andamento di ricavi e utili. E a detta di Kang scenderanno in modo meno evidente nella seconda metà del 2007 per arrivare comunque a essere del 30/35% inferiori a quelli di fine 2006. Ma il messaggio che Lg invia al mercato è anche soprattutto un altro e coincide con la volontà di rimanere nel segmento dei plasma ancora per molto tempo, partendo dai tre milioni di pannelli previsti in vendita quest'anno e gli oltre quattro stimati per il 2008.
Le mire in chiave plasma non comprometteranno comunque gli sviluppi sul fronte degli Lcd, anche in relazione agli investimenti profusi nella joint venture con Philips (la Lg. Philips) per la produzione congiunta di display a cristalli liquidi. Ma la dichiarazione d'amore per i panelli Pdp è di quelle che non passano certo inosservate.
Wada (Panasonic): "primi nei plasma e focus sui grandi schermi"
Schermi che andranno oltre il muro dei 103 pollici, con una risoluzione di 4.000 x 2.000 pixel, che consumeranno poco e che offriranno il massimo quanto a qualità dell'immagine riprodotta convertendo il segnale dell'alta definizione. Questo in estrema sintesi ciò che si aspetta Hirofumi Wada, General Manager del Product Planning Group in seno alla divisione video e display della Panasonic. La casa nipponica, una delle paladine della tecnologia al plasma nonché attuale leader di mercato di questo segmento, non rinuncia intanto a tenere i piedi in due scarpe (Tv Lcd e plasma per l'appunto) e ha investito oltre due miliardi di dollari in una nuova e avveniristica unità produttiva in Giappone che prenderà servizio nel corso del 2008. Sebbene la domanda per i Pdp grande formato è destinata a perdere terreno entro in prossimi due anni, lo stesso Wada ha detto chiaro e tondo ai cronisti intervenuti a Berlino che i plasma potrebbero catturare ancora fino al 30% della domanda globale di Tv oltre i 37 pollici. L'osservazione del manager della Panasonic è quindi una conferma indiretta di come gli Lcd abbiano ormai invaso la fascia dei medi grandi formati (32, 37 e anche 40 pollici) e di come l'avere un doppio catalogo (solo Sony e Sharp, di fatto, vendono solo Lcd) rimanga una scelta strategica irrinunciabile per tutte o quasi le grandi firme dell'industria televisiva. E Wada, nel ribadire tutte le intenzioni di Panasonic di rimanere al primo posto nei plasma, ha infine espresso un'interessante riflessione: i Pdp sono una tecnologia relativamente giovane rispetto agli Lcd (10 anni di anzianità rispetto a 30) e quindi hanno grandissimi margini di ulteriore miglioramento. Tanto da poter essere la prima scelta dei consumatori entro il 2010, quando la metà della domanda di schermi piatti sarà appannaggio di televisori con diagonali superiori ai 30 pollici.
Tajima (Sharp): "crescita boom per gli Lcd. Europa mercato del futuro"
Tornato di recente a ricoprire il ruolo di Ceo della Sharp Electronics Europe che fu già suo in passato, Toshiyuki Tajima ha tenuto banco all'Ifa in veste di fiero rappresentante di una compagnia che sulle Tv a schermo ha una e una sola strategia per essere nella top five di vendite. Quella di sviluppare e produrre solo ed esclusivamente schermi a cristalli liquidi. Tajima ha parlato di un boom di mercato (per gli apparecchi Lcd) che è solo all'inizio e ha motivato la presunta esplosione delle vendite in Europa – quantificabile a suo dire in 27 milioni di unità per il 2007 – anche grazie all'emergente domanda di alcuni Paesi dell'Est. Il capo della Sharp è altresì convinto che il Vecchio Continente sarà il mercato del futuro e per servirlo adeguatamente la compagnia non sembra voler lesinare sforzi. A cominciare da quelli già resisi necessari per edificare la nuova doppia fabbrica di Torun, in Polonia.

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