Bruno Lamborghini (Aica): «Ampliare la democrazia digitale»

di Pino Fondati

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19 settembre 2007

L'informatica occupa un posto di rilievo nell'agenda di Milano, con una serie di iniziative alle imprese, ai cultori delle tecnologie digitali, ai cittadini. Il via domani con il convegno annuale di Aica (Associazione Italiana per l'Informatica e il Calcolo Automatico). Nel 2008 il varo del programma Milano e-Citizen, con il quale l'amministrazione comunale sperimenterà le azioni più idonee per favorire l'accesso ai servizi in rete di fasce di popolazione marginali, e l'organizzazione, dal 7 al 10 settembre, per la prima volta nel capoluogo lombardo, del World Computer Congress (Wcc 2008), uno degli eventi più importanti per la comunità industriale e scientifica internazionale dell'Ict. Ma veniamo al congresso Aica, che si svolge domani e dopodomani al Politecnico di Milano, per proseguire poi dal 27 al 29 settembre a Mantova. Il tema è "Cittadinanza e democrazia digitale".

Bruno Lamborghini, Presidente di Aica, qual è la situazione della e-democracy nel nostro paese?

In quanto a opportunità di accesso alla rete offerte ai cittadini, di numerosità di collegamento di Pc a banda larga, non si può certo dire che l'Italia sia all'avanguardia. Basti pensare che il digital divide è presente in modo significativo in molte aree del nostro paese, città comprese. Occorre allargare la platea degli utenti. In questo senso, il blog, che si sta rapidamente diffondendo in tutto il mondo, Italia inclusa, può rappresentare il primo modulo di un più intenso processo di partecipazione. Che coinvolgerà anche le aziende, ampliando condivisione e, appunto, cultura della partecipazione. Il blog ma non solo; per lo sviluppo della democrazia digitale strumenti importanti per l'ampliamento della democrazia digitale sono quelli tipici del Web 2.0.

Nelle democrazia digitale sono insiti anche dei pericoli? Va, in qualche modo, regolamentata?

Certo, c'è il pericolo di strumentalizzazioni. Attraverso i blog, per esempio, si possono influenzare le opinioni politiche dei referenti. Sì, c'è bisogno di regolamentazione dele reti di accesso, controllo della proprietà, copyright, unita a buone governance di sviluppo. Uno dei nostri compiti sta nel riaffermare un concetto di bene pubblico, che si è andato un po' perdendo negli ultimi anni.

A proposito di digital divide, molti osservatori pongono ancora l'accento sulle differenze macroscopiche tra nord e sud d'Italia anche per quel che riguarda la democrazia digitale..

Il sud deve colmare il gap a livello di infrastrutture, perché per il resto, in particolare per quanto concerne le professionalità, non c'è alcuna differenza con il nord. Alle ultime Olimpiadi dell'Informatica hanno primeggiato molti giovani provenienti dalle regioni meridionali.

Il progetto che vede coinvolti Aica e Comune di Milano è sicuramente importante. Ci sono collaborazioni in corso anche con la pubblica amministrazione centrale?

In dodici mesi, portiamo a Milano due eventi molto importanti per la comunità italiana e internazionale dell'informatica. In più concorriamo con il nostro know-how alla sperimentazione di uno dei più evoluti programmi di cittadinanza digitale, conforme alle raccomandazioni della Comunità Europea. Ma su questi programmi siamo impegnati anche insieme alla Regione Lazio, mentre altre città, tra cui Mantova, manifestano un grande interesse. Nello Stato, il bisogno di informatizzazione è molto forte, c'è la necessità di diffondere una certa comprensione della rete e del suo utilizzo, in particolare, e alzare il livello di cultura informatica in generale. La collaborazione tra Aica e pubblica amministrazione centrale impatta soprattutto su certe aree applicative. Per esempio, nel settore della sanità l'obiettivo è di abituare i medici di base a usare la rete e gli strumenti informatici per collegarsi ad altre entità della pubblica amministrazione.

Nel 2008, partirà il progetto Milano e-Citizen. Di cosa si tratta?

È il progetto con cui il programma europeo e-Citizen, curato in Italia da Aica, viene calato nella realtà milanese. Obiettivo dichiarato: affrontare il disagio conseguente alla scarsa familiarità con computer, internet, servizi automatizzati. Il progetto si rivolge a casalinghe, anziani, giovani disoccupati ed immigrati per insegnare loro un utilizzo consapevole dei servizi online, come quelli bancari, informativi, di posta elettronica, di formazione, e in particolare i servizi online messi a disposizione dal Comune di Milano e dalle pubbliche amministrazioni in generale. La prima fase del progetto, che coinvolgerà circa 3000 cittadini, per poi essere estesa, avrà luogo nei primi mesi del 2008 con corsi gratuiti di 30 ore, erogati per un periodo di due mesi circa, con il concorso delle strutture scolastiche e degli insegnanti del Comune di Milano e il supporto metodologico dell'Aica.

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