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La sfida adesso è con l'umts

di Luigi Prosperetti

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12 ottobre 2007

Dopo un iter molto complesso, finalmente arrivano anche in Italia le aste per le frequenze wimax, un servizio radiomobile con caratteristiche molto particolari, perché consente di trasmettere e ricevere in banda larga non solo in prossimità delle antenne, come nel caso del wifi, ma su distanze di decine di chilometri.
Questo servizio - che combina il vantaggio dell'ampiezza di banda, finora sostanzialmente riservato alla telefonia fissa, con il vantaggio di una (contenuta, peraltro) mobilità, finora riservato alla telefonia mobile - è una buona notizia per i consumatori, molti dei quali vedranno aumentare i canali con cui possono collegarsi in banda larga. Sarà quindi più facile accedere ad Internet, sia per le famiglie, sia per le imprese, anche se piccole e non localizzate in grandi agglomerati. Conseguentemente, questo servizio potrebbe non essere una buona notizia per molti operatori, che vedranno aumentare la concorrenza.
Operatori fissi, ed in primo luogo quelli storici, il cui vantaggio competitivo derivante dal possesso dell'ultimo miglio della rete fissa sarà certamente indebolito: vari clienti potranno fare a meno di loro. Ma anche gli operatori radiomobili è probabile che soffrano questa concorrenza, e che essa risulti forse più dolorosa per quelli che hanno investito miliardi in licenze umts. Quella tecnologia non offre infatti l'ampiezza di banda del wimax e - a meno di sorprese - pare improbabile che le nuove licenze che andranno all'asta raggiungano livelli pallidamente comparabili a quelli delle licenze per l'umts. È quindi probabile che ci sia una bella battaglia tra queste tecnologie, nella quale l'umts sarà in vantaggio in termini di mobilità, ed il wimax in termini di ampiezza di banda e probabilmente di costo.
Nel complesso, nelle telecomunicazioni aumenteranno quindi in misura notevole le possibilità di scelta per i consumatori, e servizi che prima erano percepiti dalla clientela come molto diversi, diventeranno invece, in misura crescente, tra loro sostituibili. Questo carattere pro-concorrenziale del wimax sarà particolarmente avvertito in Italia, data la scelta di mettere al bando sia licenze per macro-aree geografiche, per le quali presumibilmente concorreranno i grandi operatori, sia licenze regionali, dalle quali tali operatori saranno sostanzialmente esclusi: sarà in questo modo assicurato che possano partire ad offrire il servizio una pluralità di operatori.
Per questi motivi, l'arrivo del wimax dovrebbe portare ad un riesame di varie idee in materia di politica per le telecomunicazioni che sembrano circolare con insistenza in ambienti governativi.
Che bisogno vi è mai di ricercare astruse formule gestionali che introducano qualche livello di separazione della gestione della rete fissa di Telecom Italia da Telecom stessa, in nome della liberalizzazione dell'ultimo miglio, quando questa liberalizzazione avanzerà in seguito allo sviluppo della tecnologia? In realtà, domani come ieri, sarà in primo luogo la tecnologia, e non le normative regolamentari ad essere lo strumento fondamentale che garantisce lo sviluppo della concorrenza.
E se poi il wimax è così efficiente per assicurare collegamenti a banda larga nelle zone periferiche, perché mai coltivare ancora progetti da anni 70 di investimenti faraonici per favorire l'accesso a internet con cavi e fibre, quando lo si potrebbe fare, a costi ben minori, con questo nuovo radiomobile?
Insomma il wimax è uno sviluppo importante, che cambierà molte cose, per i consumatori e per gli operatori: all'insegna dello sviluppo della concorrenza, dell'aumento delle possibilità di scelta tra servizi diversi e, quindi, della diminuzione dei prezzi.

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