"Chi sono, da dove vengo, dove vado": delle tre domande fondamentali per la filosofia occidentale, almeno due possono trovare un abbozzo di risposta. Grazie alle nuove tecnologie mobili di geolocalizzazione, che rispondono al bisogno di informazioni relative alla posizione delle persone in movimento.
La novità, però, arriva dai nuovi servizi che non si basano più esclusivamente sul sistema di satelliti Gps. La tecnologia satellitare, nata dagli studi statunitensi durante la guerra fredda e diventata "pubblica" a partire dagli anni Novanta, consente di individuare con precisione dell'ordine di grandezza del metro il punto in cui si trova il ricevitore. A condizione che non sia "coperto" da palazzi o strutture che fanno ombra al segnale satellitare.
Google ha cercato di ovviare a questo problema e dare al tempo stesso un nuovo incentivo a chi non ha un telefono cellulare "intelligente" dotato di Gps grazie alla sua nuova versione di Google Maps. L'applicativo software per telefoni cellulari basati su Symbian S60 (come i Nokia), Blackberry, Windows Mobile e Java consente di calcolare anche senza bisogno di un ricevitore Gps la propria posizione.
Il piccolo "miracolo" tecnologico è permesso dall'incrocio di due differenti tecnologie. Da un lato, Google prende nota dei ponti radio attraverso i quali passano utenti dotati del suo software e di un ricevitore Gps. In questo modo riesce a "mappare" con una approssimazione di un chilometro o due (equivalente a una decina di isolati in città) la posizione di una cella della rete telefonica mobile. Quando l'utente dotato di uno smartphone con la versione 2.0 di Google Maps richiede il servizio "My Location", Google fornisce la sua ipotesi di posizione. La migliore approssimazione dipende dalla densità delle celle radio: il sistema funziona meglio nei grandi centri abitati che non in campagna. Nei nostri test, effettuati a Milano con un BlackBerry 8300 Curve (privo di Gps), l'approssimazione è davvero bassa e il sistema riesce regolarmente a individuare la posizione corretta con uno scarto di un paio di isolati.
Ma non c'è solo Google. Anche il primo produttore al mondo di apparecchi per la navigazione personale, cioè l'olandese TomTom, ha appena lanciato il suo sistema che sfrutta, oltre ai dati del ricevitore Gps, anche altre informazioni provenienti dalla rete di telefonia mobile, per offrire il massimo della precisione circa le condizioni del traffico. Il servizio, offerto insieme al TomTom One XL si chiama HD, high definition traffic, e in pratica utilizza le informazioni relative al "carico" delle differenti celle radio di telefonia mobile per aggiornare le informazioni relative al traffico.
Il sistema, tramite algoritmi di calcolo sofisticati, rilevano l'impronta (totalmente anonima) degli apparecchi cellulari collegati attimo per attimo a differenti celle ad esempio disposte lungo una strada, la uniscono alle informazioni derivanti dai servizi offerti dalle autorità per la viabilità e dagli operatori ad esempio dei singoli tronchi autostradali, e offrono ai clienti abbonati al servizio una stima sul traffico che l'azienda definisce "estremamente accurata".
Il servizio di TomTom è per adesso disponibile solo in Olanda (con la collaborazione di Vodafone Dutch), e copre l'intera rete stradale, comprese le vie secondarie, mentre il precedente servizio per la viabilità offerto da un consorzio olandese di operatori riusciva a coprire circa il 45% delle strade principali (autostrade e strade provinciali) senza nessuna informazione sulle vie secondarie o le arterie cittadine.
