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Efficienza trainata dal mercato

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8 novembre 2007

Certificati verdi, titoli di efficienza e unità di emissione: tre modalità per invertire la rotta sulla CO2
Gli obiettivi del protocollo di Kyoto si fanno sempre più pressanti: l'accordo firmato in Giappone nel 1997 prevede infatti che entro il 2012 l'Italia riduca le sue emissioni di anidride carbonica del 6,5% rispetto ai livelli del 1990. In realtà le cose non stanno andando molto bene: oggi le nostre emissioni sono cresciute del 12% rispetto a quel livello. Quindi, rispetto a Kyoto, siamo fuori del 18,5%.
Le speranze sono riposte per il futuro nello sviluppo delle fonti rinnovabili. Ma nell'immediato una risposta si concretizza nel meccanismo messo a punto per spingere aziende e cittadini a ridurre il loro impatto ambientale. Un sistema complesso e articolato, che si basa su un meccanismo simile a quello della Borsa e che in Italia è gestito dal Gme, il Gestore del Mercato Elettrico, la società per azioni a cui è stata affidata la gestione della Borsa italiana dell'elettricità, la "piazza virtuale", su cui produttori e acquirenti vendono e comprano l'energia all'ingrosso. Il Gme controlla anche altri tre mercati telematici, che hanno un'importanza diretta nel controllo delle emissioni inquinanti. Si tratta del mercato dei Certificati Verdi, di quello dei Titoli di efficienza energetica e di quello delle Unità di emissione.
I certificati verdi. I certificati il cui mercato è partito già nel 2003, certificano l'obbligo di immissione, da parte di produttori e importatori, di energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili. Questo obbligo può essere soddisfatto sia producendo e immettendo in rete l'energia rinnovabile sia acquistando un numero di certificati verdi corrispondenti all'energia, prodotta da fonti rinnovabili, che si sarebbe dovuta immettere in rete.
I titoli di efficienza energetica. A differenza dei certificati verdi i titoli di efficienza energetica, ideati per l'incentivazione dell'uso razionale dell'energia, certificano l'incremento dell'efficienza energetica conseguito dai distributori di energia elettrica e dalle imprese distributrici di gas naturale, attraverso la realizzazione di progetti mirati all'uso efficiente dell'energia. In questo caso i soggetti all'obbligo sono le imprese distributrici: chi supera i 100.000 clienti finali, deve conseguire i titoli di efficienza attraverso la razionalizzazione, tramite progetti di efficienza predeterminati dall'Autorità per l'energia elettrica o acquistandoli sul mercato.
Le unità di emissione. Anche l'Italia ha la sua "Borsa delle emissioni", attivata ed entrata in funzione dal 2 aprile 2007 in attuazione a quanto disposto dalla Direttiva Europea (2003/87/CE). Per il momento il mercato delle emissioni riguarda un numero limitato di settori industriali, quelli considerati a più alto impatto ambientale, e cioè le attività energetiche (termoelettrico, impianti di combustione con potenza oltre i 20 MW, raffinerie), la produzione e trasformazione di metalli ferrosi, la produzione di cemento, calce, vetro, ceramica e carta. (re.no.)

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