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Vivere ai tempi del fai-da-te

di Guido Romeo

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Non si può risolvere un problema con lo stesso modo di pensare che l'ha creato, diceva Albert Einstein. Con il petrolio in corsa verso i 100 dollari al barile, per far fronte a smog ed effetto serra non basta solo sostituire i combustibili fossili, ma conviene ripensare la struttura centralizzata dell'attuale rete di distribuzione dell'energia, incoraggiando la microgenerazione. Solare, eolico, biomassa e micro-idroelettrico permettono oggi al consumatore non solo di produrre direttamente i Kw che consuma, ma anche di convogliarli nella rete elettrica nazionale generando un reddito nei momenti di picco produttivo o di basso utilizzo. A oggi, per il Gestore dei servizi elettrici (Gse) non ci sono restrizioni sui soggetti che possono conferire energia alla rete elettrica nazionale e la strada della microgenerazione è aperta sia a privati che a Pmi e amministrazioni pubbliche.
La soluzione, di cui si parlerà anche a Milano il 22 e il 23 novembre durante «Le giornate della microgenerazione» a Palazzo Turati, promette di far bene sia al portafoglio che all'ambiente. Da solo, il settore residenziale è responsabile del 32% dei consumi nazionali (contro il 30% dei trasporti e il 28% dell'industria). Un altro vantaggio è che la produzione localizzata taglia le dispersioni di energia, spesso ben più alte dei consumi stessi. In Italia l'energia rinnovabile prodotta in maniera distribuita è appena il 5%, ma le esperienze non mancano in Germania (18%) e Danimarca (52%). In Italia una delle soluzioni più interessanti sul fronte della microgenerazione è senza dubbio il solare fotovoltaico, il quale, grazie agli incentivi del Conto energia che vanno da un minimo di 36 a un massimo di 49 centesimi di euro per Kilowattora prodotto, rende quello italiano uno dei mercati più interessanti anche per gli investitori esteri.
Un investimento che permetta di fornire fino a 20 Kilowatt per uso domestico, attraverso un impianto fotovoltaico con una durata di vita utile di 20 anni o più, è generalmente ripagabile in 10 anni e molti istituti di credito stanno cominciando a proporre prodotti specializzati per questi investimenti. Molti lamentano la complessità della burocrazia relativa alle autorizzazioni, ma il mercato mostra di gradire. Le registrazioni del Gse indicano che al 1 ottobre 2007 sono 3.548 gli impianti fotovoltaici entrati in esercizio con il Conto energia per una potenza di circa 37 Mw.
Con l'evoluzione dell'efficienza del fotovoltaico grazie all'evoluzione tecnologia attesa nei prossimi anni sembra destinata ad aumentare. La tecnologia sta prendendo piede anche tra le Pmi che, accorpandosi, hanno la possibilità di diventare vere e proprie Esco (energy saving companies). Sulla costa adriatica, da Ferrara, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini sta riscuotendo successo il progetto "Riviera Solare" coinvolge 1.000 stabilimenti balneari sul tetto dei quali, a termine sorgeranno quasi 120mila mq di pannelli fotovoltaici con una produzione complessiva di circa 28mila MWh. La stessa energia, se prodotta da una centrale a carbone, ogni anno porterebbe al rilascio nell'atmosfera di 28mila tonnellate di CO2, 200 di anidride solforosa, 80 di ossidi di azoto e 15 di polveri sottili. Sul fronte dell'eolico l'Italia non sembra favorita dalla mappa dei venti e dall'opposizione di molti amministrazioni locali alle grandi turbine, ma arrivano dall'Università di Napoli le innovazioni della EolPower, che ha sviluppato e si appresta a produrre turbine ad asse orizzontale di piccola taglia da 5 e 20 kw per utenze remote e singole, e sta mettendo a punto turbine ad asse verticale da 1 a 3KW da installare in ambienti urbani e peri-urbani.
Il campo della cogenerazione da biomasse è anch'esso in crescita. In questo caso gli impianti comprendono sia sistemi per il riutilizzo del calore prodotto da depositi di rifiuti animali o domestici e un motore a scoppio per la produzione di energia elettrica e calore. A Chieri, in provincia di Torino, il progetto Tandem avviato con il placet dell'amministrazione comunale, ha permesso l'installazione di un motore che può essere alimentato con i biogas prodotti da rifiuti o biomasse, ma anche da metano o gpl, in caso di scarsità, per produrre fino a 90mila Kwora l'anno. Il micro-idroelettrico (potenze inferiori ai 100 Kw) è una soluzione ancora poco sfruttata in Italia, ma interessante perché, anche se troppo piccoli per produrre certificati verdi, i produttori possono accedere a un mercato sicuro. Per il Gse, i prezzi minimi garantiti dell'energia per gli impianti idroelettrici di potenza nominale media annua fino a 1 MW sono 96,4 Euro/MWh per impianti 500 KWh annui. Nel Comune di Tovo San Giacomo, in provincia di Savona, il progetto che permetterebbe lo sfruttamento del salto d'acqua di 25 metri una piccola centrale idroelettrica degli anni 30 oggi dismessa, darebbe una potenza di 92 KW, in grado di produrre 390 MWora l'anno grazie a un investimento complessivo di 370mila euro.
guidoromeo.nova100.ilsole24ore.com/

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