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Il record di Amazon: un «Wii» ogni 17 secondi

di Marco Valsania

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27 dicembre 2007

Natale freddo per i consumatori americani. La crisiquest'anno ha imperversato tra i centri commerciali e i negozi degli Stati Uniti, arrestando l'aumento degli acquisti al 3,6%, la stagione più debole in oltre quattro anni. Nei precedenti due anni gli aumenti erano stati nettamente superiori, del 6,6% e 8,7 per cento. Non basta: una volta sottratta la benzina, nel periodo natalizio del 2007 le vendite sono lievitate soltanto del 2,4 per cento.
Le statistiche sono state calcolate dalla MasterCard, Advisors, divisione del colosso delle carte di credito, escludono le auto e riguardano il periodo da Thanksgiving, a fine novembre, a lunedì scorso. Né le ondate di sconti, né la tradizionale sete di elettronica ha salvato i consumi durante le festività, danneggiati da frenate particolarmente brusche in comparti quali gioielli e abbigliamento femminile. Quest'ultimo segmento ha sofferto un declino del 2,4 per cento. L'elettronica, nonostante gadget caldi dai videogiochi a iPod e iPhone, ha faticosamente strappato un aumento del 2,7 per cento. L'andamento della stagione è stato inferiore anche a previsioni considerate modeste, comprese tra il 3,5% e il 4,5 per cento.
Uno dei pochi segnali positivi è giunto dalla continua crescita negli acquisti online: i consumi via Internet hanno marciato al passo del 22,4%, scacciando timori di indebolimento dopo una corsa che ormai prosegue da anni. Gli acquisti sull'autostrada elettronica, secondo i calcoli della società specializzata ComScore, potrebbero aver superato i 27 miliardi di dollari nell'ultima stagione, aiutati dal desiderio degli americani di evitare spostamenti resi più costosi dal rincaro dell'energia.
L'esplosione di vendite online ha fatto la fortuna del colosso del commercio elettronico Amazon: la società, che quando è nata, nel 1995, vendeva solo ed esclusivamente libri, ma che spazia dai Dvd ai giocattoli, dal cibo agli accessori, ha annunciato ieri che la stagione natalizia 2007 è stata la più robusta nella sua storia, grazie a prodotti andati a ruba quali la console per videogiochi Nintendo Wii e i Dvd del film Harry Potter e l'ordine della Fenice, ultimo capitolo cinematografico della saga dedicato al maghetto. Le vendite del Nintendo Wii hanno raggiunto il ritmo di 17 al secondo. Tra i prodotti di successo per Amazon vanno aggiunti i computer Apple MacBook e i Gps di Garmin. Il 10 dicembre è stata la giornata più prolifica: nell'arco di ventiquattro ore Amazon ha venduto 5,4 milioni di prodotti, 62,5 al secondo.
Il clima dell'intera stagione, però, è rimasto difficile. A compensare i generalizzati declini non è bastato che, accanto alla marcia online, abbiano brillato anche le vendite di beni di lusso: tolti i gioielli, che hanno trainato l'intera categoria ad un ribasso dell'1,9%, hanno registrato un incremento del 7,1 per cento. E non è stato sufficiente che il fine settimana prima di Natale abbia portato in dote incrementi negli acquisti del 18,7% rispetto all'anno scorso. Altri dati complessivi, alla stregua di quelli di MasterCard, hanno mostrato debolezza: l'indice International Shopping Centers-Ubs Retail Chain Stores Sales è lievitato di un fragile 2,8% nella settimana terminata il 22 dicembre e dell'1,4% nei sette giorni precedenti.
Nuovi forti sconti sono attesi nei prossimi giorni e settimane per sostenere le vendite, al prezzo di erodere i profitti di molte società. La crisi e le paure di un'aperta recessione, infatti, non hanno finora allentato la presa sui consumatori. I prezzi delle case, che in anni passati avevano sostenuto il reddito e la fiducia degli americani, hanno registrato un nuovo calo record del 6,7% in ottobre, stando all'indice S&P Case/Schiller delle dieci principali aree metropolitane del Paese. Le regioni più colpite appaiono la Florida e la California, con Miami in testa alla classifica negativa dopo un crollo del 12,4 per cento. La bufera scuote ormai anche le società immobiliari proprietarie di grandi centri commerciali. Centro Properties Group, gruppo australiano che è il quinto proprietario di shopping center negli Stati Uniti, ha visto di recente le sue azioni perdere il 90% davanti a difficoltà nel trovare finanziamenti.

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