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Bucci (Intel): «Processori e chipset guidano la crescita»

di Pino Fondati

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17 GENNAIO 2008

Fatturato di 10,7 miliardi di dollari, più 10,5% rispetto all'anno precedente, margine lordo percentuale del 58%, più 8,5 punti rispetto all'anno precedente, risultato operativo pari a 3 miliardi di dollari, più 105% rispetto all'anno precedente, utile netto di 2,3 miliardi di dollari; utili per azione di 38 centesimi. Sono i numeri registrati da Intel nel quarto trimestre del 2007. Guardando all'anno intero, la società ha raggiunto un fatturato di 38,3 miliardi di dollari, con un risultato operativo di 8,2 miliardi di dollari, utili netti di 7 miliardi di dollari e utili per azione pari a 1,18 centesimi. Risultati senza dubbio lusinghieri, a una lettura attenta. Sui quali però gli analisti della borsa di New York hanno storto il naso. Abbiamo chiesto un commento a Dario Bucci, country manager di Intel per l'Italia e la Svizzera.

Intel parla di risultati record. Un'affermazione marketing-oriented?
No, penso che il numero di processori e di chipset venduti sia veramente un dato eccezionale, un record appunto. Per quel che riguarda il fatturato, con 38,3 miliardi di dollari non siamo andati molto lontani dal migliore fatturato della storia di Intel, stabilito nel 2005 con 38,8 miliardi di dollari. La società riafferma la propria partnership in tutti i settori del computing, dal Pc desktop al laptop al server. Un buon viatico per il quarantennale della società, che cade proprio nel 2008.
Gli analisti di borsa però giudicano negativamente il risultato, che avrebbe deluso le aspettative.
Tant'è che il titolo di Intel ha subito una caduta del 10% subito dopo l'annuncio dei risultati..
La delusione degli analisti sta nella differenza di due centesimi per azioni tra la previsione di 40 centesimi e il risultato di 38 centesimi. Il fatto è che loro collocano le loro analisi all'interno di un andamento della borsa e dell'economia in generale abbastanza negativi. Per quel che ci riguarda, noi abbiamo centrato gli obiettivi. Un esempio? Avevamo previsto margini medi nell'anno del 52 per cento. Nel secondo trimestre, quando abbiamo registrato il 46,9%, il traguardo sembrava lontano. E invece siamo riusciti a centrare la previsione con un ottimo 58% nell'ultimo trimestre.
In quale contesto di mercato Intel ha operato nel 2007?
Il risultato positivo arriva nonostante una situazione mondiale non proprio favorevole, tra petrolio in rialzo costante, dollaro in ribasso, crisi del subprime, che hanno riguardato soprattutto Stati Uniti e mercati maturi. Fortuna che ci sono state delle compensazioni: per esempio, l'ultimo trimestre negli Usa è stato piuttosto lento, mentre in Europa è andato molto bene.

Quanto ha giocato a vostro favore l'anno non proprio felice del vostro principale concorrente?
Immagino che nel computo generale Intel abbia sottratto quote di mercato ad Amd. Però, io porrei l'accento più che sui demeriti degli avversari sui meriti di Intel, sul fatto che in generale la nostra società ha più capacità di innovazione. Il nostro modello è quello del "tic toc", come i rintocchi dell'orologio: ogni anno è diverso dall'altro, ogni anno lanciamo una tecnologia al silicio più sofisticata e avanzata.

Negli ultimi anni, Intel ha anche affrontato un processo di riorganizzazione.
Sì, abbiamo perseguito un obiettivo di riduzione dei costi attraverso un "dimagrimento" dell'organizzazione: nel 2005, l'azienda contava 105 mila dipendenti, oggi ne ha 85 mila

Quali sono le prospettive per il 2008?
Buone, a leggere le previsioni di Gartner e di Idc: entrambi si aspettano una crescita a due cifre del mercato dei Pc. In questo scenario Intel è ben posizionata. A fine 2008-inizio 2009 arriverà sul mercato la nuova architettura, oggi conosciuta con il nome in codice Nehalem. E confidiamo nella ulteriore diffusione di dispositivi capaci di portare internet nelle nostre tasche. Un esempio di questa tendenza ormai irreversibile è il McBook Air, presentato ieri al MacWorld: dentro ci sono Cpu e chipset Intel.

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