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Il Times: «Microsoft ha brevettato il Grande Fratello»

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Un progetto della Casa di Redmond sarebbe teso a sviluppare programmi per monitorare i comporamenti dei dipendenti negli uffici. Bufera sulla tutela privacy mentre la società Usa puntualizza: «non è una tecnologia per spiare»

Microsoft ha preso le distanze dal resoconto del 'Times' sulla messa a punto di un'avveniristica e controversa tecnologia potenzialmente in grado di monitorare i dipendenti sul posto di lavoro funzionando da 'Grande Fratello.

Il progetto della Casa di Redmond svelato dal Times ha connotazioni inquietanti Grazie ad un programma di ultima generazione, ogni impiegato verrà monitorato attraverso l'uso dei pc da scrivania, dei portatili e dei telefonini. Ma non solo, grazie a dei sensori wireless, il cervellone centrale acquisirà anche dati come temperatura, sudorazione e pressione del sangue.

Il quotidiano britannico ha rivelato in dettaglio il progetto - dopo aver messo mano sulle carte. Il sistema sviluppato dalla Microsoft funzionerà registrando e analizzando quali parole o numeri vengono digitati dall'impiegato - e quali siti internet vengono visitati. Inoltre, per costruire un'immagine più accurata, verranno registrate anche le informazioni biologiche dei dipendenti - financo le espressioni facciali, attraverso delle micro-telecamere. «Il sistema può automaticamente individuare stress e frustrazioni - si legge nel brevetto di cui il Times è entrato in possesso - e agire di conseguenza, offrendo assistenza all'utente». E poichè ogni essere umano è sostanzialmente diverso dagli altri, il 'Grande Cervellò di Bill Gates sarà in grado di mettere in relazione i dati personali con dei profili tipo, in modo da scoprire i casi di emergenza. «Elevate pulsazioni registrate durante una dichiarazione dei redditi, per esempio, potrebbe indicare necessità di aiuto in alcuni casi ma non in altri», si legge nel documento. E via elencando: si possono «comparare le prestazioni di persone che lavorano su progetti simili e trovare i profili migliori per commissioni future». Il piano, ovviamente, ha suscitato scetticismo e critiche da più parti. La pratica di 'spiarè i dipendenti, indipendentemente dalle ragioni accampate dall'azienda, solleva dubbi riguardo possibili infrazioni nel diritto alla privacy. «Questo sistema spinge l'idea di controllare i dipendenti a un nuovo livello con un grado d'invadenza nuovo ma in maniera molto vecchia, visto che si guarda a ciò che succede nel mentre e non ai risultati», dice Peter Skyte, della firma sindacale americana 'Unitè. Critiche piovono anche dal lato europeo dell'Atlantico. David Frost, direttore generale della Camera di Commerco britannica, non ha dubbi: «Il rapporto di fiducia che esiste tra datore di lavoro e impiegato verrà danneggiato se i dipendenti avranno la sensazione di essere sotto costante controllo». Microsoft tuttavi si difende e in una dichiarazione di Horacio Gutierrez, vicepresidente per la proprietà intellettuale e l'autorizzazione delle licenze, il colosso informatico assicura che la difesa della privacy è una sua «priorità assoluta» e precisa che la nuova tecnologia - per la quale è stato chiesto il brevetto alle autorità competenti in Usa - ha altri fini rispetto a quelli segnalati oggi con evidenza dal quotidiano britannico. Punta infatti a «migliorare l'attività dei sistemi di monitoraggio e usa il monitoraggio del battito cardiaco come un esempio di quel tipo di stato fisico che può essere tenuto sotto controllo per individuare se gli utenti hanno bisogno di assistenza con le loro attività e per metterli in contatto con altri utenti potenzialmente capaci di fornire un aiuto».
Non è stata insomma concepita per tenere sotto ferreo controllo i dipendenti. La Microsoft mette in risalto che in genere ci vogliono dai 3 ai 5 anni per ottenere il brevetto di una nuova tecnologia e durante il processo possono essere effettuati cambiamenti. «La difesa della privacy - afferma ancora la Microsoft - fa senso sul versante del business e noi siamo impegnati a far sì che i nostri clienti si sentano a proprio agito quando fanno affari con noi».

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