La Tata Nano è una rivoluzione per le masse o un pericolo per l'umanità? La nuova automobilina del costo di soli 1.800 euro dovrebbe fornire la popolazione del subcontinente indiano finalmente di una vettura abbordabile (un po' come fu per la Fiat 500 in Italia e per la Ford T in Usa). Ma i gruppi ambientalisti, scrive il britannico The Independent sempre sensibile a questi temi, ritengono che l'ingresso massiccio dell'automobile in un mercato di oltre un miliardo di persone potrebbe avere effetti devastanti sull'aumento delle emissioni di gas nocivi.
«La mia prima reazione quando qualcuno mi dice che gli serve una macchina è, non comprarla"»,dice Soumya Brat Rahul, portavoce di Greenpeace India, «ma la gente compra le macchine e non posso fermarli. La rivoluzione della piccola macchina significa che ne compreranno sempre di più». L'India ha le infrastutture necessarie a gestire le centinaia di migliaia di Nano che la Tata spera di vendere fra qualche mese?
Ratan Tata, magnate della compagnia e ideatore della mini vettura, ammette che «deve esserci maggiore investimento nei trasporti pubblici e maggiore investimento nelle infrastrutture» in India, ma rileva che non è un problema suo. Le cifre dicono che attualmente l'India conta sette automobili ogni mille persone (sono 477 negli Stati Uniti) ma le vendite sono in aumento, e solo l'anno scorso sono stati immatricolati un milione di nuovi veicoli.