La maximulta dell'Unione europea comminata a Microsoft è l'ultimo capitolo della battaglia legale tra la Commissione e il colosso di Redmond ed è il seguito della punizione da quasi mezzo miliardo inflitta nell'aprile del 2004. In quell'anno la multinazionale fu condannata dall'antitrust europeo, ovvero dal Tribunale di primo grado della Corte di giustizia, a pagare 497 milioni di euro per abuso di posizione dominante in due aree. Per aver rifiutato, nel settore dei server, di fornire ai concorrenti le informazioni necessarie per assicurare l'interoperabilità tra macchine e per aver incorporato il programma Windows Media Player nel sistema operativo Windows. Quest'ultimo punto nasce da una causa intentata da produttori di software analoghi che si sono trovati fuori mercato; tuttavia va detto che il mercato, e i consumatori, non disdegnano affatto il concetto stesso di media player integrato. Anzi con l'esplosione dei player Mp3 la sua presenza si rivela comoda, fermo restante l'abuso conclamato di posizione dominante. Nel marzo dello scorso anno la multinazionale Usa è stata nuovamente bacchettata dall'antitrust Ue perché, a suo dire, avrebbe cercato di aggirare le imposizioni della commissione non tanto per quanto concerne la sanzione pecuniaria, quanto sui rimedi tecnici imposti, come per esempio il maggior dialogo tra applicazioni server. Il 22 ottobre del 2007 Microsoft ha alzato bandiera bianca, e in una cena a Rotterdam con il commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes, l'amministratore delegato di Microsoft, Steve Ballmer, ha assicurato che non avrebbe fatto ricorso contro la decisione della Corte Ue e che si sarebbe adeguato alle richieste di Bruxelles. Le licenze sulle informazioni sono state così ridotte da oltre il 5 per cento delle entrate previste dai concorrenti per i prodotti compatibili con Windows allo 0,4 per cento, più una tantum di 10.000 euro.
La decisione di oggi, spiega la Commissione, sancisce il fatto che le licenze che Microsoft si è fatta pagare prima del 22 ottobre del 2007, e dopo la seconda multa da 280 milioni di euro del 12 luglio del 2006, erano «irragionevoli». Microsoft, ha commentato la Kroes nella nota, «è stata la prima azienda in cinquant'anni di politica della concorrenza europea che la Commissione ha dovuto multare per non essersi adeguata ad una decisione dell'Antitrust». Ora, ha concluso il commissario europeo, «spero che la decisione di oggi chiuda un capitolo oscuro» nel passato dell'azienda e che «la futura condotta di Microsoft sia basata sui principi confermati dalla sentenza del Tribunale di primo grado della Corte Ue del settembre 2007». Potrebbe essere messa la parola «fine» sul corposo dossier Microsoft a Bruxelles, ma, ammonisce l'Antitrust comunitario, «i detentori delle licenze possono sollevare ulteriori questioni sull'accesso alle informazioni e Microsoft deve mantenere le informazioni aggiornate e correggere gli errori costantemente». Inoltre il 14 gennaio di quest'anno la Commissione ha aperto due nuovi filoni di indagini sul comportamento di Microsoft, sempre sul problema dell'interoperabilità. Questa volta nel mirino della Kroes è il pacchetto di programmi «Office» e l'accorpamento del browser «Explorer» nel sistema Windows. Una storia questa che ritorna dopo la famosa questione Netscape, per la quale Microsoft rischiò lo smembramento.
27 febbraio 2008