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Prove tecniche di intrecci tele-narrativi

di Luca Tremolada

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07 febbraio 2008

C'è un nuovo naufrago sull'isola. Non è Lost, è l'idea narrativa che sta dietro al videogioco di Lost. Lo spunto che si sono inventati alla Ubisoft per costruire la narrazione videoludica del gioco "Lost: via domus": creare di sana pianta un nuovo personaggio, calarlo tra nell'isola tra i sopravvissuti del volo Oceanic 815 costruendogli intorno una storia che si intrecci con la narrazione della serie televisiva cult in America e nel resto del globo.
Stiamo descrivendo un'operazione di scrittura, o meglio di traduzione di contenuti da un media all'altro. Un travaso tra serie televisive e videogame che risulta particolarmente emblematico perché racconta bene come i contenuti si prestino a scritture narrative crossmediali.
Parallelamente assistiamo a un altro fenomeno, lo show multipiattaforma. Mtv da alcuni giorni sta trasmettendo Black Box, un format televisivo pensato per sperimentare nuove forme e modalità di racconto. Più o meno funziona così: nel corso della trasmissione viene raccontato da ragazzi una storia, tradotta e sceneggiata in fiction. Ma per scoprire cosa è successo in realtà occorrerà andare sul web, passare dal telecomando al mouse dove verranno svelate tutte le informazioni non dette, i retroscena fino all'epilogo finale. Due racconti quindi che viaggiano su due piattaforme multimediali. Entrambi narrano la stessa storia ma per ricostruire la verità occorre cambiare mezzo di comunicazione.
Certo, i due esempi, Lost e Black Box, sono diversissimi tra loro. Ma descrivono bene quanto generi, piattaforme e narrazioni stanno cominciando a sperimentare nuove forme di convivenza, sia sul fronte della scritture che su quello della tecnologia. Da questo punto di vista l'esempio di Lost è quello che comincia ad avere più "letteratura" a supporto. A dire il vero, pessima letteratura. Finora infatti, le trasposizioni delle serie televisive su un medium videoludico avevano deluso. Perlopiù si trattava di fotocopie sbiadite delle fiction, ricostruzioni digitali di set, personaggi e ambientazione su cui venivano appiccicate meccaniche di gioco da videogame. Quello che è mancato è la ricerca e la volontà di trovare un bandolo comune, di analizzare a livello narrativo come sviluppare le storie sulle due piattaforme (tv e console). È mancata anche la curiosità di analizzare i punti di contatto. All'inizio degli anni ottanta e precisamente con la comparsa della serie televisiva "Hill Street giorno e notte" si affaccia sul piccolo schermo per la prima volta un forma narrativa interepisodica: in sostanza ogni episodio pur mantenendo una propria autonomia con relativo finale si incastra all'interno di una narrazione che attraversa le puntate. In sostanza ogni puntata svela elementi psicologici e narrativi che verranno sviluppati nel corso della serie. Questo "schema" si ripete anche nei videogame, i più evoluti naturalmente. I livelli e le singole missioni sono gli episodi. Risolvere una "quest" significa sbloccare il resto della narrazione videoludica fino a completare il gioco.
In Lost: Via Domus, Il gioco sarà diviso in sette capitoli collegati tra loro, come fossero sette puntate della serie TV. Elliot - così si chiama il personaggio inedito inserito nel gioco - dovrà capire di essere sull'isola per una ragione ben precisa e proprio come per gli altri personaggi della serie, dovrà esplorare il suo passato grazie ai flashback. Come accade anche nella serie, così nel videogioco niente è come sembra. Lo spirito è lo stesso, merito di uno sceneggiatore di Lost che ha lavorato alla scrittura del videogame. I giocatori così potranno rivivere molti dei momenti più celebri della serie Tv, e spiegano alla Ubisoft, parte del divertimento sarà proprio quello di mettere insieme i vari pezzi del puzzle per capire esattamente dove il gioco si incontra con la serie.
«Il videogioco – affermano alla Ubisof – non è parallelo alla serie, ma si inserisce alla perfezione nel mondo di Kate, Jack e tutti gli altri naufraghi. Il gioco potrebbe quindi aiutare gli appassionati a sviluppare le loro teorie e ipotesi sui misteri dell'isola». Se le promesse verranno mantenute (il gioco esce ai primi di marzo) assisteremmo a un progetto apripista che potrebbe in futuro spingere autori e game writer a partecipare a progetti insieme, magari fin dall'inizio. Il che segnerebbe l'inzio di una nuova era di contenuti crossmediali.

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