La televisione via cellulare volta pagina. Il Dvb-H, lo standard prescelto dall'Unione Europea per le trasmissioni digitali in broadcasting su dispositivi mobili, ha un erede e si chiama Dvb-SH, dove "S" sta per Satellite. A Barcellona, le principali aziende di questo settore - Alcatel-Lucent, DiBcom, Eutelsat, Sagem Mobiles, Ses Astra, TeamCast e UDcast - sono impegnate in questi giorni nelle prime sperimentazioni sul campo di una tecnologia che abbraccerà tanto il Vecchio Continente (dal 2009) quanto gli Stati Uniti (già da quest'anno con un progetto di Ico Global Communications). Il Dvb-SH (acronimo di Digital Video Broadcasting from Satellite to Handhelds, standard approvato nel febbraio 2007 dal Forum Dvb) è stato concepito come complemento dell'attuale sistema di trasmissione digitale nelle bande di frequenza più alte e ciò che promette è una più estesa copertura sui telefoni cellulari e sui dispositivi portatili equipaggaiti con apposito chipset (il primo al mondo lo ha annunciato al Mobile Congress la francese DiBcom).
Parliamo quindi di banda S, che sfrutterà uno spettro di frequenza più ampio (da 2,2 fino a 3 GHz) per trasmettere un numero maggiore di canali e che permetterà l'integrazione con reti ibride satellitari/terrestri (potrà riutilizzare inoltre le antenne Umts esistenti) per estendere la copertura del segnale sul territorio. Banda S che dovrebbe superare i limiti legati agli alti costi di implementazione del Dvb-H e alla qualità non sempre eccellente delle trasmissioni in particolari ambienti. Banda S che dovrebbe finalmente far fare il definitivo salto di qualità a un servizio di cui si parla da vari anni ma che a distanza di circa due anni dal lancio rimane ancora una grande scommessa da vincere. Solo nel 2010, stando ai dati elaborati dalla società di ricerche Gartner Dataquest, la Tv broadcast sul cellulare (via reti Dvb-H e Dvb-SH e altri sistemi) assumerà i contorni del fenomeno di massa. Gli utenti nel mondo supereranno quota 130 milioni (dai 21 milioni del 2007) per un volume d'affari globale di poco meno di 11 miliardi di dollari e aggiunti a coloro che acquisteranno contenuti video on demand dai "mobile portal" degli operatori da visualizzare su apparecchi Umts/Hsdpa saranno oltre 355 milioni (dai 38 di fine 2007). Un mercato potenziale enorme, ma tutto da venire: in Italia, tanto per capirsi, i consumatori che usufruiscono di servizi televisivi da un cellulare Dvb-H sono poco più di un milione. Nel Belpaese i test sul Dvb-SH sono partiti a dicembre nell'ambito del progetto Unlimited Mobile TV in cui partecipano Alcatel-Lucent, 3 Italia e la Rai. Altri sviluppi in corso d'opera (l'annuncio è arrivato oggi a Barcellona) vedono coinvolti grossi calibri della telefonia mobile europea come Orange (gruppo France Telecom) e T-Mobile (sussidiaria di Deutsche Telekom), che in collaborazione con il provider americano NextWave Wireless hanno in progetto entro l'anno sperimentazioni commerciali congiunte di Tv mobile 3G basata su tecnologia TDtv.
Se sono rose, recita il luogo comune, fioriranno. Nel frattempo, sempre al Mobile Congress, si sono visti in vetrina alcuni nuovi terminali a tecnologia Dvb-H che vedremo presto nei negozi italiani: il nuovo cellulare Hsdpa SGH-P960 di Samsung e modello DH01n di Motorola, che alle funzioni di TV mobile portatile abbina quelle di navigatore satellitare con mappe (di TeleAtlas) già precaricate.
