Intel, Ibm, Hp, Fujitsu Siemens, Amd, Dell, Sun Microsystems e molti altri hardware vendor recitano all'unisono: i prodotti di nuova generazione (processori, pc, server e via dicendo) consumano meno energia dei loro predecessori. La sfida, ma anche la grande opportunità per aprire nuovi orizzonti di business, si allarga ora alle società di consulenza da sempre attive nel mercato It. Stando ai dati di Forrester Research, il volume d'affari globale dell'industria tecnologica "verde" supererà il tetto dei 4,8 miliardi di dollari entro il 2013 ed è quindi un mercato molto appetibile per tutti.
Allo stato attuale delle cose, oltretutto, le aziende che si servono di fornitori di servizi It "green" sono una minoranza ma il numero è destinato a crescere velocemente mese dopo mese. Chi sembra in pole position nel cavalcare il fenomeno, dal punto di vista di soluzioni ispirate alla massimizzazione dell'efficienza energetica in azienda e di programmi di "corporate (green) responsability", sono i grandi nomi dell'universo dei servizi: Accenture, Deloitte ed Eds, cui si affiancano (Ibm ne è un esempio) alcuni grossi calibri dell'informatica che sui servizi hanno strategicamente scommesso da tempo.
Sebbene i data center oggi incidano solo nella misura dell'1,5% nei consumi di energia degli Stati Uniti, il fabbisogno totale di cui avrebbero bisogno nel 2011 potrebbe secondo le stime dell'Epa (Environmental Protection Agency) raggiungere i 100 miliardi di kilowatt ora, rispetto ai 61 miliardi utilizzati nel 2006. Il rischio di nuove e costose infrastrutture per supportare tale incremento di consumi è secondo l'agenzia americana elevato se non si prenderanno adeguati provvedimenti per migliorare sostanzialmente i livelli di efficienza, impattando là dove (impianti di area condizionata e di raffreddamento) si genera circa la metà dei consumi richiesti. Quanto sia importante l'ottimizzazione dei sistemi di climatizzazione e la razionalizzazione dell'illuminazione lo dice del resto un esperimento che ha coinvolto tutti gli Istituti dell'area di ricerca del Cnr di Firenze, per cui la riduzione del 17% dei consumi di energia nel corso del 2007 ha generato un risparmio di 675.000 kWh, pari a 95.000 euro di costi e 470 tonnellate di CO2 non immesse nell'atmosfera. Numeri che vanno confrontati con le stime che Gartner e Idc hanno elaborato per l'intera industria It: oggi le emissioni di anidride carbonica prodotte da computer e apparati informatici e di rete vari sono approssimativamente 0,6 gigatoni, hanno superato quelle dell'industria dell'aviazione civile e costituiscono circa il 2% del totale delle emissioni oggi riscontrate sul pianeta.
Accanto al gotha delle società di consulenza citate prima, ecco quindi emergere realtà che sul tema degli impatti ambientali e delle riduzione delle emissioni inquinanti possono recitare da specialisti. Realtà come la società di servizi di outsourcing Tiandi Energy, che fa uso di tecnici cinesi per offrire consulenza a chi opera nel campo della distribuzione di gas e petrolio, o come Biosystems Engineering, una start up fondata da neo laureati in discipline energetiche che vende servizi di consulenza alle grandi multinazionali.
(G.Rus.)
