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Un nuovo equilibrio è molto lontano dall'essere raggiunto. Le strutture dell'informazione tradizionale difendono le posizioni acquisite. E lo stesso pubblico attivo, come dice una ricerca dell'Eurisko, continua a considerare l'informazione dei giornali e della tv come qualcosa di più ufficiale rispetto a quanto pubblicato dai blog. Ma è anche vero che l'attenzione si sposta inesorabilmente verso le nuove forme di conversazione informativa che il pubblico attivo intrattiene online, specie nelle fasce giovanili della popolazione.
Per i giornali è strategico comprendere e digerire una nuova visione del contesto nel quale operano: si va formando una sconfinata piattaforma per l'informazione partecipata dai professionisti e dal pubblico. L'influenza dei grandi media non è più l'equivalente del controllo. Il loro ruolo si legittima se si pongono al sevizio dell'insieme, nell'ipotesi che il pubblico attivo renda disponibile una quantità crescente di informazioni e sottragga credibilità a ogni tentativo di manipolazione. Le deviazioni episodiche da questa tendenza possono essere numerose e profondamente deludenti. Ma non cambiano la direzione di fondo. Ai professionisti non resta che puntare sulla qualità.