Crescita al 60% su base annua. Difficile, se non impossibile, trovare oggi nell'economia mondiale un simile record. Eppure tutte le attività che si riferiscono alle energie sostenibili (investimenti, ricerca, venture capital, attività finanziarie) una volta sommate assieme danno appunto la bella cifra di 148,4 miliardi di dollari nel 2007, balzati in sù dai 92,6 miliardi del 2006. Il risultato, piuttosto eloquente, proviene da uno studio commissionato dall'Unep (l'agenzia per l'Ambiente del l'Onu) a New Energy Finance, un centro studi specializzato negli investimenti e nella finanza che ruota intorno alle "cleantech". Lo scopo della ricerca (presentata pochi giorni fa e scaricabile dal sito sefi.unep.org) va però oltre la segnalazione di un iniziale boom nella galassia cleantech. Mostra le dimensioni di un ciclo in pieno boom (non solo in Europa, ma ormai in Usa, Cina, India, Brasile e persino Medio Oriente). E fotografa una filiera complessa che ormai conta almeno otto facce, in pratica tutte in rapida espansione.
Investimenti. Nel 2007 le energie sostenibili (eolico, solare, geotermico, idroelettrico, biomasse) hanno generato, su scala globale, progetti per 108 miliardi di dollari (+61%) e circa 31 gigawatt. Ovvero il 23% di tutta la nuova capacità elettrica installata nel 2007 e il 5,4% di quella totale. Come nel 2006 la parte del leone l'ha giocata l'eolico con 21 gigawatt (primatisti Usa, Cina e Spagna), ma l'anno scorso ha visto anche il decollo del solare (fotovoltaico e termodinamico) con investimenti per 28,6 miliardi di dollari, in crescita al 254% annuo sul 2004. Con una sola eccezione negativa, nota Achim Steiner, direttore dell'Unep: «i biofuels, affetti da crescenti problemi di disponibilità, prezzi e sostenibilità».
Venture capital. Nel 2007 sono più che raddoppiati (+112%) i fondi (2 miliardi di dollari) investiti nelle prime fasi di vita di nuove aziende cleantech. Il portafoglio di tecnologie si è allargato. Su 13 miliardi di dollari di investimenti in venture capital complessivi (comprese infusioni di capitale ad aziende esistenti) quasi un quarto è andato alle startup solari (film sottili e fotovoltaico a concentrazione) mentre i biofuels, leader nel 2006, hanno fatto registrare quasi un dimezzamento (ma su iniziative di seconda generazione). Saliente il record di crescita (+432%) dei fondi alle start-up nelle biomasse e nell'energia da rifiuti. E l'entrata in scena dell'efficienza energetica.
R&D. Sommando le spese di ricerca e sviluppo pubbliche e private in tema di energie rinnovabili ed efficienza energetica il rapporto Onu arriva a una stima di 16,9 miliardi di dollari, cresciuti sul 2006 di circa un miliardo. Nelle attività di ricerca aziendali al primo posto sono le aziende europee, seguite dai leader energetici medio-orientali (una sorpresa), che distanziano persino i gruppi Usa. Negli investimenti pubblici, invece, in testa è ormai l'Asia seguita dagli Usa e, a distanza, dall'Europa. Uno spaccato eloquente della competizione globale in atto nella galassia cleantech.
Aumenti di capitale. A dispetto di ogni crisi finanziaria (subprime compresa) i mercati nel 2007 hanno premiato le aziende cleantech, con un raddoppio, a 27 miliardi di dollari, dei fondi raccolti. Per quasi metà (11 miliardi) verso aziende eoliche e poco meno (9,4 miliardi) solari. Mentre l'area biofuels ha accusato un crollo del 60%.
Merger & Aquisition. Anche qui, in un area da 25,7 miliardi di dollari (+52%) il leader è stato l'eolico, con acquisizioni mirate all'integrazione di componentisti e delle catene logistiche. Protagoniste le utilities. L'altro centro di attività, i biofuels, hanno visto acquisizioni invece da selezione competitiva e concentrazione, a fronte di mercati meno redditizi.
Fondi cleantech. Il 2007 ha fatto registrare il record nel lancio di nuovi fondi (oltre 17 contro 5 l'anno prima) specializzati in energie pulite (30 miliardi), ambientali (26,4 miliardi) e specializzati in progetti su rinnovabili (10,9 miliardi). Il trend è verso almeno un fondo cleantech per ogni grande gestore internazionale. Con un'attività in crescita anche nel 2008.
Progetti in Paesi in via di sviluppo. I cdm (progetti di disinquinamento e di riduzione delle emissioni previsti nei paesi in via di sviluppo dal trattato di Kyoto) sono cresciuti vivacemente, ma spostandosi dalla Cina (che comunque ha ancora il 53% dei certificati verdi creati dai Cdm) verso l'India (32% dei progetti) e il Brasile (13%) Non solo: nel 2007 il 53% dei progetti ha puntato sulle fonti rinnovabili e solo il 29% sulla riduzione di emissioni. Gli investimenti cleantech complessivi, del resto, stanno rapidamente spostandosi verso i grandi emergenti: Cina, India e Brasile erano al 12% nel 2004 ma nel 2007 hanno guadagnato 10 punti (26 miliardi di mercato, cresciuto di 14 volte).
Efficienza energetica. Record assoluto di crescita (+78%) a 1,8 miliardi di dollari, con il 18% del venture capital diretto a startup innovative. Qui si giocherà, secondo il rapporto Onu, gran parte dell'ulteriore accelerazione della galassia cleantech dei prossimi anni, che nel complesso potrebbe superare i 600 miliardi di dollari annui al 2020.
giuseppe.caravita@ilsole24ore.com