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iPhone, problemi di connessione. Aggiornamento software in vista

di Antonio Dini

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20 agosto 2008

Cattiva ricezione del segnale. Anzi, cattivo «handoff», il termine tecnico per indicare la capacità dei telefoni cellulari di passare dalla ricezione Umts a quella Gsm quando il segnale 3G non ha sufficiente forza. E alcuni iPhone a quanto pare soffrono di questo problema. Un vero autogol per il gioiellino tecnologico di Apple che ha l'ambizione di fare molto più dei suoi concorrenti ma poi inciampa clamorosamente in uno dei "fondamentali" della telefonica cellulare. In sostanza, c'è chi ce l'ha e proprio non riesce a usarlo per chiamare.

Il telefono cellulare 3G di Apple, lanciato in Italia e in un'altra ventina di Paesi Stati Uniti inclusi poche settimane fa e con grande clamore e attenzione della stampa internazionale, torna così al centro delle polemiche. Prima per i prezzi elevati al di fuori degli Stati Uniti, poi per le tariffe non convenienti (soprattutto per la connessione a Internet, che è uno dei punti di forza dell'iPhone) scelte da molti operatori, e infine per lo spettacolare autogol di Steve Jobs pochi giorni fa, che in una intervista al quotidiano finanziario Wall Street Journal rivelava di aver previsto che tutti gli apparecchi commercializzati da Apple possano mettersi autonomamente in contatto con la casa madre e bloccare i software di terze parti installati che mettano a rischio l'integrità del telefono o i dati personali degli utenti.

Adesso, è la volta della cattiva ricezione del segnale, che si traduce in cattivi collegamenti internet e soprattutto nella caduta della linea durante le chiamate. Questo sì un problema per un telefono cellulare, notato da molti utenti e che secondo le informazioni raccolte da siti web di appassionati e dalla stampa statunitense riguardarebbero l'1-2% degli apparecchi venduti. La colpa non sarebbe né degli operatori telefonici nazionali, che all'unanimità giurano di aver ricevuto in gran segretezza i terminali telefonici da Apple solo pochissimi giorni prima del lancio e quindi di non aver avuto tempo di fare nessuna prova e misurazione, nè della stessa azienda di Cupertino, che si rifornisce da terzisti specializzati per i microchip che si occupano di gestire la trasmissione radio. Sotto accusa invece, secondo Businessweek, ci sarebbe la tedesca Infineon, fornitrice del chip incriminato che si occupa di gestire il passaggio tra reti ad alta velocità 3G (la cui copertura del territorio è piuttosto limitata anche in Italia) e quelle Gsm, molto più diffuse.

C'è tuttavia una buona notizia per il milione e passa di acquirenti di iPhone nel mondo, e a darla è in maniera irrituale lo stesso Steve Jobs. Rispondendo ieri ad una domanda diretta inviata via email da un utente che protestava per la scarsa capacità di passare dalla rete Umts a quella Gsm anche in assenza quasi totale del segnale nella prima, Jobs ha risposto telegraficamente scrivendo: «Stiamo lavorando ad alcuni problemi di ricezione che interessano circa il 2% degli iPhone venduti e speriamo di fornire presto un aggiornamento software». Quindi, senza nessuna costosa procedura di richiamo di tutti gli apparecchi per la sostituzione dei chip difettosi.

Steve Jobs è noto per non concedere quasi mai interviste ma per rispondere (salturiamente) in prima persona alle domande inviate direttamente dai clienti di Apple via email. Anche oggi ha infatti spedito un nuovo messaggio, hanno segnalato vari siti web statutensi, a un cliente che lamentava l'impossibilità di scaricare e attivare applicazioni di terze parti dopo l'aggiornamento 2.02 di ieri sera del software di iPhone (scaricabile attraverso iTunes quando si sincronizza il telefono con il Pc) dicendo: «Questo è un bug conosciuto di iPhone e che sarà corretto nel prossimo aggiornamento software di settembre». Il problema in questo caso non sembra essere del telefono ma di iTunes, il software utilizzato per sincronizzare le informazioni del Pc con il telefono e viceversa.

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