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Il doppio gioco dei browser

di Luca De Biase

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3 SETTEMBRE 2008

C' è un software che non costa nulla e che vale infinitamente. Si chiama browser perché serve a consultare internet. Ma potrebbe diventare sinonimo di sistema operativo. Per questo da 15 anni Microsoft se ne occupa; e ora anche Google ha deciso di farne uno. Chi vince decide le regole del gioco.

Il valore del browser cresce con l'importanza di internet: oggi, serve a consultare migliaia di miliardi di pagine web, a distribuire miliardi di dollari di pubblicità e ad accedere a milioni di applicazioni. Questo è il problema di Microsoft e l'opportunità di Google.

Se il sistema operativo è il software che fa girare i programmi del pc, generando la ricchezza della Microsoft, il browser è l'ambiente che consente di usare internet e di monetizzare l'attenzione degli utenti in chiave pubblicitaria, generando la ricchezza di Google. Ma i due campi tendono a confondersi, man mano che su internet si diffondono programmi gratuiti capaci di sostituire quelli più tipici dei pc. E il browser diventa un ambiente decisivo per lo sviluppo dell'informatica che conta.

Se ne parla dai tempi di Netscape, l'azienda che per prima ha tentato di esplorare il valore del browser. Quando, alla metà degli anni Novanta, si scoprì che oltre a leggere le pagine web, grazie al linguaggio di programmazione Java, il browser poteva far girare i programmi applicativi, la Microsoft reagì e spazzò via la concorrente. Ma oggi i tempi sono ben diversi: la velocità delle connessioni è cresciuta, il costo della memoria è crollato, la potenza di calcolo si è moltiplicata. E il modello di business alternativo a quello del software a pagamento si è consolidato.
Per vincere nella pubblicità, Google deve conoscere con precisione sempre maggiore gli interessi dei suoi utenti. E seguirne le mosse sul web è decisivo. Non per nulla la Microsoft ha dotato la nuova versione del suo browser, Explorer, di una funzione che facilita chi vuole far perdere le proprie tracce in rete. Una strategia di difesa.

La Microsoft, a sua volta, può mantenere in vita il suo ricchissimo business se la qualità dei programmi che si usano sul pc resta maggiore di quella dei software che si usano in rete. E non per nulla Google ha dotato il suo browser, Chrome, di un'efficienza di calcolo molto superiore, in modo che i programmi che girano in rete possano migliorare drasticamente. Una strategia di attacco.

Entrambe le aziende stanno lavorando per servire gli utenti nella generazione e nella gestione dell'informazione, il bene più prezioso nell'epoca della conoscenza. Con due filosofie opposte.

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