VALENCIA - Quali prospettive ci sono per il fotovoltaico? Quali contributi può dare al fabbisogno energetico mondiale? Una prima risposta arriva da Valencia, dove è in corso la 23esima edizione della «European Photovoltaic Solar Energy Conference». Centinaia di espositori provenienti da tutto il mondo si incontrano nella città spagnola, con una notevole preponderanza di aziende asiatiche: dopo il Giappone, da anni all'avanguardia nella ricerca e nella adozione di tecnologie per sfruttare l'energia del Sole, ora è la volta della Cina, che negli ultimi mesi ha registrato un boom nella produzione di pannelli fotovoltaici.
Daniel Lincot, direttore della ricerca del Cnrs francese, prova a dare un'idea delle potenzialità del settore: «Un barile di petrolio, pari a 159 litri, contiene 1,5 Megawatt di energia. Ogni metro quadrato della superficie terrestre riceve ogni giorno la stessa quantità di energia solare».
L'attenzione per l'energia del Sole non è nuova. «Già dopo la crisi energetica degli anni Settanta c'era stato un certo interessamento – continua – ma la svolta è arrivata quando, negli anni Novanta, le politiche avviate dal Giappone e la Germania hanno posto le basi per lo sviluppo di un mercato vivace, e, sulla base delle economie di scala, hanno abbassato decisamente i costi». Oggi «l'evidenza del cambiamento climatico e la corsa dei prezzi dei combustibili fossili stanno realizzando quello che fino a qualche anno fa sembrava un sogno: non siamo più in un ambito umanitario o filosofico, il settore sta diventando competitivo».
I numeri raccontano la crescita: oggi il fotovoltaico aumenta del 40% all'anno. Nel 2007 la produzione mondiale è stata di 3,7 gigawatt, corrispondente ad un'area di 40 chilometri quadrati. Entro il 2020, anno entro il quale l'Unione europea ha deciso che le rinnovabili dovranno ricoprire il 20% del fabbisogno energetico complessivo, il fotovoltaico dovrà arrivare al 3% del totale, il che vuole dire un'area di 1000 km2. Un obiettivo ancora lontano: per arrivarci occorre ricerca scientifica, volontà politica, economia di scala. «Dobbiamo arrivare a raggiungere la 'grid parity', ovvero quel momento in cui il costo del fotovoltaico diventa competitivo con quello dei combustibili fossili – spiega Ernesto Macias, presidente Epia, l'associazione europea del settore - . Ci vuole volontà da parte dei governi: chiediamo che gli incentivi siano continui e non abbiamo dei limiti quantitativi. Una volta raggiunto quel punto per il settore sarà la svolta. Non ci vuole molto, in cinque o dieci anni ci possiamo arrivare. Dopo potremo arriveremo al 12% del fabbisogno energetico complessivo». Obiettivo ambizioso. «Non ci credete?", chiede alla platea Macias, "ebbene: chi di voi avrebbe detto 10 anni fa che oggi la Spagna sarebbe arriva a produrre il 10% dell'energia con il vento?»