Arriva Chrome, navigatore internet di Google alternativo a Internet Explorer, Firefox e Safari, e porta una ventata di innovazione e di competizione in un settore stagnante ma critico per il futuro della rete. Oggi conta di più il browser del sistema operativo, e Chrome è un signor browser.
I motivi per i quali siamo di fronte a un signor browser, nonostante oggi sia solo all'esordio, sono quattro: è veloce sia a visualizzare sullo schermo le pagine web che a far girare, grazie al suo nuovo "motore" Javascript, i siti interattivi Web 2.0. Poi, è sicuro, perché ciascuna finestra è attiva in una scatola virtuale, e se quella viene compromessa e smette di funzionare, le altre non ne risentono. In pratica, il computer non s'inchioda.
Ancora, Chrome ha una interfaccia elegante, ben progettata e soprattutto minimalista, che fa somigliare una pagina web a un programma del Pc. Infine, è sicuro e aperto al contributo dei programmatori dell'Open source di tutto il mondo, con scelte tecnologiche d'eccellenza e grande attenzione per la privacy e la protezione dei dati. Non è ancora perfetto (sono stati trovati già i primi "inciampi", tra le altre cose anche da un gruppo di ricercatori dell'Università di Genova) ma il navigatore è in versione preliminare: un assaggio di quel che arriverà più avanti anche per Mac e Linux oltre che per Pc.
Ma c'è un ulteriore aspetto che rende Chrome un signor browser: se è vero, com'è vero, che il software del computer è sempre meno importante rispetto ai programmi e ai contenuti che risiedono in rete, il veicolo con cui si naviga internet deve essere quello più comodo, adatto e flessibile per lo scopo. E questa è la spider scintillante e personalizzata da Google con cui viaggiare spediti su internet. Per dirla in un'altra maniera: Chrome è l'anello di congiunzione fra il Pc e la rete che Internet Explorer, Firefox e Safari per motivi diversi non erano ancora riusciti a diventare. Lui forse sì.