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Il gel solare, economico e made in Italy

di Giuseppe Caravita

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1 ottobre 2008


Il gel dell'Esco Energy di Potenza sarà la rivoluzione per l'industria fotovoltaica? Con ogni probabilità no, almeno per i prossimi anni. È invece, già ora, uno dei prodotti più innovativi e interessanti nello scenario, tutto in movimento, dell'industria solare. E tanto più quando la sua produzione acquisterà massa critica, e verranno messe a punto nuove applicazioni (ancora da esplorare) .


Questo è, in sintesi, il quadro che si ricava dalla presentazione del nuovo gel, oggi al Summit dell'Energia organizzato da "Il Sole-24 Ore", tenuta da Giuseppe Vetere e Alessandro Cairani, rispettivamente amministratore delegato e ricercatore capo della Esco Energy.


In sé, un gel fotovoltaico non è cosa nuova. Da anni la famiglia dei "sol-gel" (gel semi-solidi con nanostrutture interne organiche, inorganiche o miste) sta espandendosi. Vengono usati in cosmesi, per rivestimenti, nella chimica, per lavorazioni di precisione. E nomi come il Fraunhofer Institute tedesco, l'Nrel Usa, l'Inria francese sono al lavoro sulle versioni fotovoltaiche dei gel, dove nanostrutture di vario tipo (persino basate su molecole derivate dai mirtilli) vengono provate per selezionarne le più adatte alla cattura di fotoni e alla loro conversione in correnti elettriche.

Alla Esco, però, hanno sviluppato qualcosa che anche a questi grandi laboratori non è finora riuscito. «Con un squadra di trenta ricercatori, per quattro anni, e grazie alla determinazione di Giuseppe Vetere, abbiamo lavorato su un gel nanostrutturato in silicio e, soprattutto, messo a punto un nuovo processo industriale, che stiamo brevettando, in grado di realizzarne buone quantità - spiega Cairani - e poi lo abbiamo provato in laboratorio iniettandolo dentro normali finestre a doppi vetri, ottenendone risultati positivi e stabili».

Cifre risultanti: il gel ha un'efficienza fotovoltaica (in condizioni ottimali) di circa la metà rispetto a una cella fotovoltaica in silicio monocristallino (il 9,7% contro il 20%) ma costa, almeno a bocca del piccolo "reattore" già operativo alla Esco Energy, non più di due euro per watt prodotto.
Può sembrare, soprattuto l'ultima, una cifra strabiliante. A due euro per watt qualsiasi aggeggio fotovoltaico è a "grid parity", pienamente competitivo con i prezzi di mercato (specie in Italia con le sue tariffe elettriche del 30% superiori alla media europea).

In realtà, spiega lo stesso Cairani, il dato va preso con cautela. «Il costo di produzione del gel è solo una parte della storia. Lo abbiamo misurato in laboratorio, ma in condizioni reali c'è ancora molto da fare». Basta infatti che la finestra non sia perfettamente inclinata sull'asse solare e il 9% di efficienza si puo' dimezzare. «Anche se il nostro gel ha mostrato un'inaspettata capacità di catturare le frequenze di luce nell'infrarosso e ultravioletto, ed è quindi produttivo anche in presenza di ambienti a illuminazione artificiale notturna». Vi è poi da mettere in conto il costo del cablaggio elettrico degli infissi, l'appesantimento delle finestre (il gel è un po' più denso dell'acqua), la messa in opera di un inverter in grado di convertire l'energia elettrica per la rete.

Risultato. Fino a giugno 2009 la Esco produrrà il gel solo per sé e la sua rete di franchising, spiega Vetere, poi ne aumenterà la capacità produttiva anche per il mercato aperto. E nei prossimi mesi alla Esco Energy converrà sperimentare il gel su edifici caratterizzati da grandi superfici a doppi vetri (palazzi uffici...) e dove la massa critica energetica del gel fotovoltaico incorporato potrà essere più efficacemente dimostrata.

«Stiamo pensando anche a nuove applicazioni, come uno strato trasparente applicato su un pannello fotovoltaico in silicio tradizionale - spiega Cairani - con l'obiettivo di aumentare l'efficienza complessiva del pannello, e di diversi punti percentuali». Un "sandwitch" (silicio monocristallino più gel) che potrebbe arrivare 25% o persino il 30% di conversione solare-elettrico, e senza insormontabili aggravi di costo.

E a quel punto una centrale fotovoltaica del 2010-12 (scontando anche un prevedibile dimezzamento dei costi delle celle tradizionali) potrebbe davvero arrivare, con la spinta del nuovo gel, alla tanto sospirata "grid parity".


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