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Windows Hpc, il supercomputing secondo Microsoft

di Gianni Rusconi

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27 OTTOBRE 2008

L'annuncio della cosiddetta "realese to manufacturer" di Windows Hpc (High performance computing) Server 2008 è avvenuta un mese fa a Wall Street, dentro la pancia del New York Stock Exchange. In quella sede Bill Laing, Corporate Vice President della divisione Windows Server and Solutions, si rivolse in particolare alle società che operano nel mercato dei servizi finanziari in quanto esempio ideale di aziende bisognose di una soluzione ad altissima potenza di calcolo e totalmente scalabile per gestire complessi processi di analisi dei dati. Per presentare ufficialmente in Europa la sua nuova piattaforma software per il supercomputing (erede della Compute Cluster Server 2003), a pochi giorni dal lancio sul mercato del prodotto (fissato per fine settimana prossima), Microsoft ha scelto qualche giorno fa un'altra location d'eccezione, la sede modenese della Ferrari. La casa di Maranello è infatti un cliente storico del gigante di Redmond e sta testando da tempo le prestazioni di Windows Hpc a supporto di tutte le operazioni legate all'attività della squadra corse impegnata nel mondiale di Formula 1.

Chris Phillips, General Manager della Windows Server Solutions Division, ha quindi approfittato dell'occasione – quale migliore esempio di società votata all'innovazione sotto il profilo del design e della tecnologia della Rossa di Maranello? per ribadire l'importanza di questo prodotto nell'economia della strategia Microsoft nell'ambito dei grandi sistemi di elaborazione dati. "Hpc – ha detto Phillips - è la nuova frontiera per l'engineering, il motore delle attività di ricerca e sviluppo, il cuore pulsante delle risorse It di domani. In tutte le industry, da quella automobilistica a quella dei servizi finanziari. Parliamo di ambienti operativi ad altissime capacità, dove convergono super computer e sistemi di clustering, reti ad altissima velocità e avanzatissimi sistemi di storage dei dati. E la mission di Microsoft è quella di ridurre la complessità dei sistemi di supercomputing, di rendere più accessibili le prestazioni computazionali a un più ampio spettro di utenti". Facendo leva come sempre sulla diffusa presenza di prodotti Windows nella maggior parte delle medie e grandi aziende e coinvolgendo in un progetto di "evangelizzazione" su vasta scala la grande comunità di sviluppatori e partner (fra cui alcuni big dell'hardware come Amd, Intel, Ibm, Dell e Hp).

Prestazioni computazionali per tutti
Ma cos'è, esattamente, Windows Hpc Server 2008? La nuova piattaforma Microsoft, più aperta di altri Windows dicono coloro che l'hanno testato a lungo, ha innanzitutto una precisa missione, quella di velocizzare in azienda l'implementazione dei sistemi, sfruttando le risorse esistenti (dagli applicativi Office ai tool di SharePoint Server) per agevolare la migrazione dalle comuni workstation ai cluster al fine di sfruttare le potenzialità del calcolo distribuito a livello di desktop. Il tutto attraverso architetture di tipo Soa (Service oriented architecture) e, naturalmente, in un ambiente operativo (multiprocessore) e di sviluppo targato Windows. Cosa promette, ai responsabili It, questo software in pi e in meglio rispetto ai consolidati e più utilizzati (al momento) sistemi Linux e Unix? Su questo punto i manager di Redmond rispondono all'unisono: maggiore produttività nell'amministrazione dei sistemi, maggiore interoperabilità a livello di cluster, maggiore velocità nello sviluppo di applicazioni (Hpc) in virtù della massima integrazione della piattaforma con l'ambiente di programmazione Visual Studio 2008. Mettere nella mani di aziende sulla carta impossibilitate a guardare all'high performance computing una soluzione che può gestire fino a duemila nodi in ambienti multiprocessore e lavorare con i Web service per quanto riguarda lo sviluppo di applicazioni parallele all'interno di sistemi di clustering. Questa è la sfida di Microsoft, che sul piatto può mettere referenze che si chiamano Ferrari e alcune importanti di ricerca, come la RwTh Aachen University, la North Umeà University e il Caspur, il Consorzio interuniversitario per le Applicazioni di Supercalcolo per Università Ricerca finanziato dal Miur e da vari atenei italiani.

La scommessa sul desktop e la guerra dei prezzi con Red Hat
In tema di supercomputing l'avvento di Windows Hpc Server 2008 non è giunto da solo. A metà settembre, infatti, Microsoft stretto una partnership con lo specialista per eccellenza in materia di macchine ad altissime prestazioni Cray per produrre un sistema compatto (il Cray CX1, in vendita a non meno di 25mila dollari) basato per l'appunto sulla nuova piattaforma e processori multi core Intel. Allargare il fronte dell'utenza di soluzioni Hpc è alla base di questo accordo e la prima promessa che da Redmond rivolgono ai diretti interessati è quella di poter unire, con questo superdesktop, i flussi di lavoro desktop e server basati su Windows, potendo là dove richiesto interoperare anche con sistemi operativi Linux. In prospettiva l'intenzione delle due compagnie è quindi di fatto quella di raggiungere un numero elevato di organizzazioni e dipartimenti aziendali reticenti all'adozione dei sistemi Hpc per via degli alti costi degli stessi e dalla mancanza di competenze interne per gestirli. Stando agli analisti di Idc, quello degli Hpc è uno dei segmenti del mercato It a maggior crescita negli ultimi cinque anni e la tendenza è destinata a durare nel tempo soprattutto per i sistemi al di sotto dei 100mila dollari. Cray ne è ben conscia e lo prova il fatto che il nuovo progetto Cascade, sponsorizzato dall'agenzia americana Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency), nasce con lo scopo preciso di realizzare supercomputer relativamente poco costosi entro il 2011. Microsoft, da parte propria, non può essere insensibile al fattore del pricing sul mercato per il semplice motivo che l'arrivo di Windows Hpc Server 2008 ha già solleticato la reazione dei produttori Linux, e in modo particolare quella di Red Hat.

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