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Bit di sopravvivenza

di Alan Cane

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13 Novembre 2008
Nòva 100

Solo un anno fa "agilità" era la parola d'ordine per i dipartimenti It delle aziende, impegnati a progettare i loro sistemi a sostegno di un cambiamento dinamico. Oggi, sotto la minaccia incombente di una recessione globale, le aziende sono assorbite dalla necessità di sopravvivere e di mantenere la propria posizione di mercato, consce del fatto che alcuni concorrenti potrebbero non farcela. «Il riflesso immediato è fermarsi e tagliare i costi», commenta Brian Murray, tecnologo di Morse Group, società di consulenza, sottolineando che tale tattica potrebbe rivelarsi fallimentare.

Per alcuni la prova del fuoco è già iniziata. Jean-Philippe Courtois, presidente di Microsoft International, ha rivelato pubblicamente un mese fa che si era rivolto a lui il chief information officer di una grande azienda europea, non meglio identificata, al quale era stata imposta la riduzione immediata del 30% del bilancio It. Courtois ha indicato una fonte immediata di risparmi – l'eccesso di server – prescrivendo una certa dose di virtualizzazione: più applicazioni da far girare su ogni server. Per molti è la misura di risparmio più immediata disponibile al momento. Altri non hanno ancora sentito i morsi della crisi. David Brakoniecki, Cio del broker assicurativo Xbridge, sostiene di non aver avuto ancora impatti del rallentamento: «Stiamo cercando di prepararci per i cambiamenti in arrivo nel trading – sostiene –. È nei momenti buoni che bisogna prepararsi per i tempi di magra».

Lo scenario è complesso, esacerbato dalla rapidità e dall'entità della crisi. La maggioranza delle aziende è stata colta di sorpresa: «Si sono limitati a stracciare il budget preparato solo un paio di settimane prima, ripartendo da zero», stando a dichiarazioni attribuite a un cliente di Gartner.
I trend degli investimenti It sono confusi. Don Brown, Ceo di Interactive Intelligence, cita i dati di Forrester Research che indicano che il 43% delle grandi imprese americane ed europee hanno tagliato il loro budget in prodotti e servizi tecnologici quest'anno, aggiungendo che nonostante l'incertezza economica, molte aziende hanno sistemi decisamente antiquati che devono essere adeguati o del tutto sostituiti. Una ricerca commissionata da Tata Consultancy Services indica che solo il 3% dei manager e dei board in Usa e Gran Bretagna hanno per il momento tagliato i budget informatici, rispetto al 28% di un anno fa. Per ogni due aziende pronte a cancellare i loro progetti It ce n'è una intenzionata ad aumentare il budget in tecnologie per affrontare gli effetti della crisi. Un sondaggio tra esperti It indica che il taglio complessivo delle spese It non sarebbe né prudente né pratico, dato il peso che i sistemi informatici hanno nelle attività operative.

Per Peter Sondergaard, responsabile della ricerca di Gartner Group, l'informatica è ormai troppo connessa con l'organizzazione e troppo critica per le performance aziendali da poter essere sottoposta a forti tagli: «Nello scenario peggiore – dice – prevediamo comunque una crescita degli investimenti It del 2,3% nel 2009, rivista al ribasso dal 5,8% precedente. Anche se in fase di frenata, non siamo allo stop completo. Non c'è dubbio comunque che sia ormai finita l'epoca dei grandi consumi e che è appena iniziata quella della grande sobrietà». Virtualizzazione, It verde e multi-sourcing sono esempi di tecnologie e servizi virtuosi: «La capacità dei Cio di bilanciare queste priorità sarà decisiva per il loro successo e per le possibilità delle loro aziende di superare la crisi», aggiunge Sondergaard.

Alcuni Cio si difenderanno dicendo che per anni sono andati avanti con budget ridotti, difficili adesso da tagliare ulteriormente. Ma David Elton, consulente di PA Consulting, sostiene che la maggior parte delle aziende ha uffici informatici più grandi di quanto sia necessario: «Quel che devono fare i Cio è individuare le cose che fanno lievitare i costi dei loro dipartimenti piuttosto che guardare a linee intere da eliminare. Uno degli elementi decisivi è la gestione delle performance, valutando se i loro staff sono adeguatamente motivati per perseguire i risultati richiesti: solo così sarà possibile identificare e premiare le persone valide».
Mark Lewis, dell'americana Riverbed Technologies, sostiene che «molti dei costi associati ai sistemi informatici riguarda la distribuzione del computing, la complessità delle crescenti esigenze di storage negli uffici e in tutto il mondo e la manutenzione di tutta questa infrastruttura. In una fase recessiva bisogna investire in nuova tecnologia».

Diversi osservatori ritengono che la situazione offra ai Cio l'opportunità di razionalizzare e rifocalizzare i loro obiettivi. «La scarsità di capitale provocherà un'aspra concorrenza per la liquidità disponibile – argomenta Charles Andrews di Celona Technologies –. Sarà quindi ancora più importante che le aziende facciano tutto il possibile per mantenere i propri clienti, che siano efficaci nel tagliare i costi interni inutili e che investano nell'innovazione conquistando nuove quote di mercato da concorrenti meno agili». Chris Steel, responsabile della consulenza It di PA Consulting, sostiene che, se i dipartimenti It delle aziende hanno fatto bene il loro lavoro nel recente passato, rimane poco spazio di manovra per i tagli: «Adesso devono concentrarsi sul rendere più agili e più reattive le loro organizzazioni, enfatizzando un approccio flessibile alle esigenze operative emergenti che accompagni i loro sforzi sui costi e sull'efficienza».

  CONTINUA ...»

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