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Il simulacro dell'amicizia

di Giovanni De Paola

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Giovedí 27 Novembre 2008

Cliccare su «Home», su «Impostazioni account», su «Disattiva account» e alla fine su «Conferma disattivazione account». «È facile. Se per caso vi interessa, per andarsene da Facebook si fa così». Tito Faraci oltre a essere conosciutissimo come autore di fumetti, da Topolino a Lupo Alberto, da Diabolik all'Uomo Ragno, è un blogger di Nòva100. E sul blog racconta l'uscita dalla scena di Facebook: «Non ho molti amici. Di sicuro, non ne ho 235. Forse neanche contando tutti quelli che ho avuto nella mia vita finora, anche quelli che ho perso di vista». Tito distingue l'amicizia facebookiana da quella reale. «Tutta questa amicizia su Facebook è un triste simulacro». Quando si è bambini e qualche compagnuccio fa la fatidica domanda: «Vuoi giocare con me?», la sincerità porta a rispondere anche di no, ma quando si è in età adulta è diverso secondo Tito: «Come si fa a rifiutare uno che ti chiede di essere amico, anche se non hai idea di chi sia?».
Sono molti i pentiti di Facebook che hanno deciso di cancellare il proprio nome. «Non è utile per me, seguo solo quello che fanno altre persone che non conosco nemmeno. Perdo tempo su Facebook che posso impegnare altrove». Francesca, studentessa di lingue, ha cancellato il suo account perché «mi distrae troppo e io devo studiare per laurearmi». Anche Stefano, studente a Bologna, concorda: «Tutti i test, per quanto siano stupidi, sono divertenti e diventano come una droga». Stefano si riferisce a test tipo «Quanto abbiamo in comune?» (ideato per "provarci" con qualche ragazzo/a puntando sulle affinità), oppure dal sapore tanto cardiologico quanto curioso, «Di che colore è il tuo cuore?», passando per la morbosa curiosità di «Qual è il tuo stile di baciare?».
Stefano e Tito concordano su un punto. «Stimola troppo il mio narcisismo, a cui devo già stare abbastanza attento nel mio blog», dice Tito. «Facebook tira fuori l'egocentrismo che c'è in tutti, si mettono in piazza i propri gusti facendo vedere quanto si esce belli nelle foto», gli fa eco Stefano. Ma perché ha attivato l'account? «Perché ce l'ha il mio primo amore di quando avevo dodici anni, si era trasferita a Torino ed ero curioso di vedere com'è dopo 15 anni». Anche Marco, lavoratore precario, si è cancellato: «Secondo me, no. Se ne può fare assolutamente a meno. Non è paragonabile neanche lontanamente alla rivoluzione di Skype». Vi siete cancellati perché la vostra privacy non era garantita? La risposta di molti è comune: «Dal punto di vista della privacy va modificato perché anche se ci sono opzioni per garantirla, l'altro utente si accorge che gli stiamo negando l'accesso ai nostri dati».
Tito Faraci: «Non sono un orco. Sarò anche timido, vagamente ombroso, ma alla fine mi piace stare con la gente. La gente reale, però. Non voglio collezionare, non voglio essere collezionato. Non è una critica a chi resta su Facebook. Sicuramente c'è una maniera per stare lì divertendosi, senza prendere la cosa sul serio, senza lasciarsi intrappolare, con leggerezza e ironia...».
giovannidepaola.nova100.ilsole24ore.com/

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