Inviare e ricevere informazioni ad altissima velocità tra computer o altre apparecchiature elettroniche. È una delle tante facce della tecnologia che sta rivoluzionando il modo di vivere e lavorare delle persone e quanto annunciato ieri da Intel è un ulteriore, sostanziale, passo in avanti nel campo dei sistemi di computing e di comunicazione. I ricercatori dei Labs della casa californiana hanno infatti realizzato stabilito il nuovo record prestazionale nel trasferimento dei dati fra macchine, raggiungendo un'ampiezza di banda di 340 GHz, grazie all'utilizzo di un "avalanche photodetector" (Apd) basato su silicio. Questo dispositivo, che sfrutta la tecnologia fotonica, ha permesso dunque di migliorare i risultati fin qui ottenuti con chip costruiti con materiali optoelettronici (come l'indio fosfide) e segna, a detta di Intel, una nuova frontiera per le applicazioni a uso intensivo di dati e che richiedono elevatissime capacità di calcolo, come la telemedicina remota e gli ambienti Internet 3D.
Tecnicamente, il dispositivo in questione sfrutta una tecnologia di elaborazione Cmos (la stessa degli apparecchi fotografici digitali) e funziona come un sensore luminoso che raggiunge una sensibilità superiore rilevando la luce e amplificando i segnali deboli quando questa viene indirizzata sul silicio. L'applicazione di questa "scoperta" (di cui ha parlato la rivista Nature Photonics), aprirà il fronte a nuovi orizzonti, lungo due specifiche direttici: la riduzione dei costi dei collegamenti ottici con velocità superiori ai 40 Gbps (Gigabit per secondo) sfruttando il fatto che il silicio è meno oneroso dei tradizionali materiali ottici, e il futuro sviluppo di computer (pc, server) basati su Cpu multi core e dispositivi elettronici destinati al grande pubblico, capaci per l'appunto di trasferire dati ad altissima velocità. Questa, almeno, è la convinzione espressa dai ricercatori di Intel, ma è fuori di dubbio che si tratta di un doppio salto in avanti nel futuro dei sistemi digitali, e cioè di macchine sempre più avanzate sotto il profilo delle prestazioni di connettività, a cui gli Intel Labs avevano già destinato nel recente passato innovazioni quali i modulatori veloci e i laser ibridi al silicio
Fra coloro che hanno dato vita al'Apd al silicio - oltre a illustri esponenti di Numonyx (produttore di memorie), della University of Virginia e della University of California - c'è anche un italiano, Mario Paniccia, Intel Fellow e Director del Photonics Technology Lab. Il suo commento all'annuncio di cui sopra è molto significativo rispetto alle potenzialità della scoperta: "il risultato di questa ricerca è un ulteriore esempio delle possibilità di utilizzo offerte dal silicio per creare dispositivi ottici dalle prestazioni estremamente elevate e che possono essere utilizzati in moltissimi campi, come i sistemi di rilevazione basati su sensori, l'imaging, la crittografia quantistica o le applicazioni biologiche".