C'è un documentario del 2006 che comincia con un funerale. Non è fiction, è realtà: si vede una piccola folla vestita a lutto, e triste in volto. Non per l'addio a un amico, o a un parente. Ma per l'estremo saluto a una macchina. Una General Motors EV1, per la precisione.
Dopodiché, parte la solita voce fuori campo: «Nel 1996, le auto elettriche erano cominciate ad apparire in tutta la California. Erano veloci, non inquinavano e non usavano benzina. Dieci anni più tardi, queste automobili futuristiche sono ormai scomparse per sempre. Cos'è successo? Perché siamo perseguitati dal fantasma dell'auto elettrica?».
Il documentario, girato da Chris Paine – un ex fortunato possessore della EV1, poi deprivato della sua auto elettrica dalla stessa General Motors – è stato poi messo in commercio su grande scala e distribuito in dvd dalla Sony Pictures, con il titolo: «Who killed the electric car?».
Il filmato di 92 minuti (ovviamente vedibile a pezzetti su YouTube) racconta di come la General Motors, spinta dalla legislazione californiana a inventarsi qualche modo per ridurre le emissioni, avesse partorito la EV1, un gioellino di macchina, design accattivamente, aerodinamica eccezionale, accelerazione da 0 a 100 Kmh in otto secondi. E il tutto, usando la presa della corrente in garage. Inizialmente capace di un'autonomia di 120 chilometri e poi di 180. Che avrebbero potuto diventare 300 oggi, con le moderne batterie agli ioni di litio.
Fra i testimonial, ci sono anche Mel Gibson e Tom Hanks, altri due ex proprietari di EV1, rimasti scioccati dalla sua distruzione. Sì, perché la General Motors – che non vendeva le sue macchine elettriche, ma le noleggiava e basta – le ha pian piano ritirate e «uccise». Il documentario di Paine fa vedere anche il gigantesco tritatutto che ha macinato tutti gli esemplari esistenti (a parte un paio finiti in altrettanti musei).
Ai suoi tempi, il film aveva generato qualche polemica. La risposta di General Motors? La EV1 non aveva incontrato i favori del mercato.
I tempi però, paiono già cambiati. La Gm ha appeso il suo futuro al successo della Chevrolet Volt, l'auto elettrica che dovrebbe uscire l'anno prossimo. E Paine sta già girando il sequel del suo documentario: «The revenge of the electric car», la vendetta dell'auto elettrica.