Il quotidiano di centrosinistra «El Pais», il maggiore della Spagna, ha annunciato la fusione della sua redazione scritta con quella dell'edizione elettronica, una decisione volta a contrastare la crisi della stampa scritta a livello nazionale e mondiale. Secondo quanto riporta oggi lo stesso giornale, la trasformazione riguarderà circa 500 dipendenti in tutto e partirà il prossimo primo marzo.
In questo modo El Pais si trasformerà in «un'impresa di produzione di contenuti di qualità per carta scritta, internet e telefoni cellulari». Il cambiamento è stato annunciato oggi dall'amministratore delegato del gruppo Prisa, a cui appartiene la testata, Juan Luis Cebrian: «In cinque anni, con certezza esisteranno giornali scritti. In 10 anni, se si fanno le cose bene, forse sì. In 15 anni, non sono sicuro che continueranno ad esistere così come li conosciamo», ha detto Cebrian, «esisteranno se lotteremo perché esistano». L'attuale formato integrato verticalmente e con redazioni separate secondo l'ad (nonché primo direttore del giornale, nel 1976), è «antiquato, obsoleto e sclerotico».
Secondo Cebrian, si tratta di «un piano di sopravvivenza» e l'unico per far sì che la storica testata nata dopo la fine del franchismo continui ad essere uno strumento chiave «nel processo di formazione dell'opinione pubblica» e nella «costruzione dell'universo culturale e socioeconomico che c'è stato dopo la transizione tanto in Spagna come in America Latina». Il dirigente di Prisa ha indicato che intende affrontare il processo senza perdite di posti di lavoro, nonostante la «crisi congiunturale fortissima» che sta riducendo in modo brutale gli investimenti pubblicitari. «Il tasso di mortalità dei giornali è altissimo», ha detto, «la festa è finita per tutti: bisogna affrontare cambiamenti strutturali nella stampa».