I netbook, i pc bonsai, piccoli ma aggressivi: un cuneo nel mercato dei personal computer, sono l'unico segmento in forte crescita e il solo elemento di cambiamento in un'industria che sta subendo la recessione globale.
Le vendite di personal computer sono ai minimi dall'11 Settembre e in alcune aree geografiche hanno registrato il peggior dato di sempre. Eravamo abituati a vedere, a partire dal 2003, le consegne dei pc crescere, a valore, a due cifre. Gli ultimi dati Gartner indicano, invece, una crescita modestissima nell'ultimo quadrimestre: +1,1 a livello mondiale. Negli Stati Uniti, dove la recessione ha avuto maggiore impatto, si registra un calo dei oltre il dieci per cento. Non brilla la regione Emea, dove ai sostanziosi rialzi degli passati trimestri fa da contraltare un modesto incremento, inferiore al 5 per cento. E nell'area Asia - Pacifico si è persino visto il peggior risultato da quando esistono le rilevazioni di vendita dei pc. La crisi inevitabilmente ha colpito: le imprese, e in primis le banche, ovvero i big spender dell'information technology, hanno fermato gli acquisiti, non rinnovando parchi tutto sommato recenti. Il pc è finito sotto la scure dei tagli alle spese anche in ambito domestico, dove però il mercato è stato però salvato dai mini-pc portatili. E i dati dell'ultimo trimestre potevano, a detta degli analisti di Gartner, essere ancora peggiori senza il traino alle vendite realizzato proprio dai piccoli netbook, un mercato inventato da Asus con gli Eee Pc.
I mini-pc sono stati il fenomeno del 2008. Hanno contribuito non poco ad innalzare le vendite di tutto il comprato pc (+10,1% nell'anno) e dei portatili consumere in particolare ma presentano alcune criticità. In primo luogo il prezzo basso non contribuisce a innalzare il valore del mercato: il fatturato e i margini ne risentono. I netbook sono un elemento di rottura: hanno cannibalizzato in parte le vendite dei portatili di fascia bassa, magari quelli destinati a diventare il secondo pc domestico. Al contrario la fascia alta, sempre in ambito consumer, è sostanzialmente ferma, vuoi per la ridotta propensione alla spesa, vuoi per la non impellente esigenza di sostituire macchine, magari con Windows Xp, ancora in grado di andare avanti senza problemi. E Windows Vista, prossimo alla pensione (tra un anno arriva Seven) certo non è stato in grado di attrarre acquirenti, tanto meno quelli con le tasche quasi vuote. Anzi il più delle volte ha rappresentato un freno e va sottolineato come il fenomeno netbook sia sotto il segno del vecchio ma efficace e Windows Xp e di Linux.
Acer spicca tra i costruttori che hanno approfittato tutti del boom dei mini-pc (+31,1%). Hp resta la regina mondiale dei computer, ma la crescita modesta (+3,5%) anche se tre volte migliore della media di mercato deve far riflettere. È il peggior dato dalla fusione con Compaq. Il colosso di Palo Alto è tuttavia riuscito a reggere grazie al mercato consumer e all'impulso sui netbook. Dopo l'incertezza iniziale Hp ha avviato le vendite dei suoi pc bonsai e si è trovata a fronteggiare Acer, l'emergente Samsung e soprattutto Asus, al terzo posto in Emea (+67,6%) grazie agli Eee pc che detengono oltre il 60% del market share nei netbook. Ed Apple? La Mela, che non appare tra i primi 5 a livello mondiale, continua sulla sua strada: niente netbook. Una scelta, analoga a quella di Sony, che solo tra qualche mese si potrà dire se è stata azzeccata o meno. Intanto il pc è diventato di nuovo personal e molto più piccolo. Ma dietro l'angolo vi è una nuova trasformazione: sulle ceneri del desktop stanno risorgendo i computer fissi per la casa. Questa volta, però, niente antiestetici cassoni, ma eleganti display touch per vivere la vita digitale in punta di dita.
