La crisi c'è, e si sente, ma Acer per il 2008 presenta conti e numeri a posto. La società di Taiwan fa 16 miliardi di dollari, 539 milioni di dollari di utile operativo, mantiene, con una quota dell'11,1%, la terza posizione nel mercato globale del Pc, e il secondo posto nel mercato mondiale dei notebook con uno share del 17 per cento.
Un andamento che asseconda l'obiettivo della società di diventare quanto prima (2009 permettendo, un anno di incertezze per tutti..) il numero uno al mondo nel mercato dei notebook. Una tendenza che si conferma in Italia e in Europa occidentale, anche se, secondo Gartner, nel quarto trimestre del 2008 Hp ha rosicchiato qualche zero virgola.
In ogni caso, la società consolida il podio più alto sul mercato nostrano del Pc. Conti e quote sono condizionati dalle acquisizioni (Gateway, Packard Bell, E-Ten, eMachine eredità di Gateway) definite nell'ultimo anno-anno e mezzo.
Tutto bene, dunque? «In una situazione di fortissima volatilità, è sbagliato essere ottimisti o pessimisti a tutti i costi».
Non si sbilancia Gianpiero Morbello, vice president marketing corporate di Acer, che sceglie la giusta via di mezzo. Anche se lo stesso Morbello rilascia una buona dose di ottimismo, quando elenca le carte che Acer può giocare, «qualcuna in più dei competitor». Come l'organizzazione molto snella (una caratteristica storica della società, in grado di permettere un rapporto qualità-prezzo da sempre tanto apprezzato dagli utenti), la strategia multibrand e quella per la mobility. Come già detto, lo shopping negli ultimi anni è stato intenso, per posizionare i prodotti secondo la personalità di ogni singolo brand, e non secondo una logica di prezzo, visto che "si possono proporre, allo stesso livello di prezzo, più brand differenti».
In questa ottica, Gateway, testa di ponte nel mercato Usa, indirizzerà il segmento delle medie imprese, Acer gli utenti attenti alla tecnologia, eMachine la fascia entry-level, Packard Bell gli utenti più attenti al design.
Una segmentazione che, dice Morbello, tiene conto del fatto che oggi i Pc sono commodity, la qualità tecnica è data per scontata, non è più elemento differenziante nella scelta d'acquisto. Ci sono poi altri motivi su cui Acer basa il suo ottimismo, come la crescente connotazione globale (negli Stati Uniti ormai è fatta», il lancio dei netbook (che se da un lato costano poco, dall'altro creano volumi), e importantissima, una visione onnicomprensiva della mobility: i notebook (18" e più), i netbook (meno di 18"), e, novità epocale, gli smart handled o, per dirla con un termine più familiare, smartphone. Morbello sottolinea come Acer abbia le carte in regola per supportare con successo questa visione: cultura, tecnologie, competenze.
L'ultimo tassello, quello dello smartphone, è stato reso possibile dall'acquisizione di E-Ten Information Systems, azienda taiwanese attiva nel mercato dei dispositivi mobili. Per Morbello, uno sbocco naturale, dettato dalla tendenza ormai inarrestabile alla convergenza:"Acer vuole accompagnare questa evoluzione seguendo la convergenza tra desktop, gateway domestici, notebook, netbook e smartphone, e semplificando le interazioni tra questi dispositivi." In questo contesto, fondamentale, per il go to market, la collaborazione con gli operatori telecom. I primi otto dispositivi sono stati presentati nei giorni scorsi a Barcellona: quattro disponibili tra febbraio e maggio, che si collocano nella fascia intermedia del mercato (i modelli M900, F900, X960, DX 900), quattro annunciati per il prossimo autunno, tra cui un top di gamma, e alcuni entry level. Ma la società non esclude altre sorprese.
