Tra pochissimi giorni Fujitsu Siemens Computers - costituita il 1 ottobre 1999 – avrà fine. A partire dal primo aprile, infatti, Fujitsu Limited acquisirà per circa 450 milioni di euro la quota del 50% detenuta da Siemens e per la società nipponica inizierà un nuovo corso, che continuerà a coniugare l'offerta di computer con quella (preponderante) di servizi informatici. Di fatto non cambierà molto nelle linee guida strategiche della compagnia ma qualche aggiustamento è più che lecito aspettarselo e la comunità finanziaria e il mercato lo attende con cusiosità.
Per certo la "nuova" Fujitsu – che assorbirà come sussidiaria l'attuale joint venture - non abbandonerà il business (in perdita) dei personal computer in Europa - Fujitsu vende da sempre, a proprio marchio, in Giappone e nel resto del mondo - come facevano pensare alcune indiscrezioni trapelate sui media.
Non vi saranno neppure chiusure di impianti e licenziamenti di massa (il taglio annunciato a novembre è di 700 persone sulle 10.500 impiegate nel complesso Fujitsu Siemens Computers) ma vi sarà invece un riallineamento dell'offerta volto ad eliminare alcune voci presenti oggi a catalogo e a rafforzare la proposta per la fascia alta del mercato.
I pc avranno quindi una parte importante nel business a venire del Gruppo ma ciò che appare evidente è che Fujitsu si propone sin d'ora con le vesti di accreditato concorrente di Ibm e Hp, e cioè dei due colossi che oggi dominano il settore dei servizi e delle soluzioni It per le grandi aziende. Del nuovo corso societario il Sole24ore.com ne ha parlato in anteprima con Pierfilippo Roggero, da poco nominato Senior Vice President Southern and Western Europe di Fujitsu Siemens Computers (carica che manterrà anche in futuro, oltre a quella di Presidente e Amministratore Delegato della filiale italiana).
Roggero proviamo a dare una veste alla "nuova" Fujitsu: quale sarà il core business?
Il focus sarà sulle infrastrutture It: pc, server e soprattutto servizi. La nostra presenza nel mercato consumer dei computer verrà ridimensionata e alcune linee di prodotto verranno eliminate anche in ambito professionale. Abbandoneremo il campo di battaglia dei prodotti entry level dove si sfidano le varie Acer, Lenovo e Dell per puntare con ancora maggiore decisione alla componente dei servizi gestiti, sui sistemi aperti e sull'utilizzo di risorse multidevice in ambienti di cloud computing.
Quali rischi vede a valle dell'operazione di "fusione"?
Non è un'operazione di sola ottimizzazione delle attività e tantomeno di soli tagli. È invece un passaggio positivo, che nasce da un preciso presupposto: Fujistu è una realtà da 50 miliardi di dollari di fatturato, con una forte presenza globale nel campo dei pc e delle soluzioni It per i data center aziendali.
Sui pc, in particolare, cosa cambierà? Gli attuali prodotti Fsc confluiranno nell'offerta Fujitsu? Produrrete ancora in Europa?
Come detto andremo a riallineare l'offerta esistente ma continueremo a produrre in Germania, anche perché se si confrontano i costi reali di manufacturing e trasporto legati al produrre in Cina non è poi così sconveniente. Nei pc, per cui è previsto un calo della domanda consumer nei prossimi due o tre anni con conseguente possibile selezione dei vendor, l'obiettivo primario non sarà più la quota di mercato e in generale verrà meno per Fujitsu il problema di avere una massa critica, in un'ottica di strategia che punta più sui servizi e non sui volumi.
Guardando alla (breve) storia di Fujitsu Siemens quali errori sono stati commessi?
Dopo il primo anno di assestamento la società è subito cresciuta sia in volumi che in ricavi e con una buona marginalità. La rincorsa alla market share, soprattutto nel mercato consumer, è stata forse eccessiva e la recente crisi economica ha messo a nudo le criticità.
I vostri "nuovi" concorrenti si chiamano Ibm e Hp, tanto per fare due nomi, ma anche tutte le grandi società di outsourcing. Non rischiate di essere una seconda scelta, soprattutto per le grandi aziende?
Dal primo aprile Fujitsu sarà una società con un fatturato superiore ai 60 miliardi di dollari, rispetto ai circa 90 miliardi di Ibm e ai 100 di Hp. Quindi non siamo troppo più piccoli. Quello dei servizi informatici è un mercato dalle enormi potenzialità su scala globale e verrà segnato da una maggiore attenzione sull'acquisto dell'hardware e delle risorse It fisiche. Il cloud computing è una strada, dove tra l'altro dicono e diranno la loro aziende come Aruba, Amazon e la stessa Google. Nei cosiddetti application service Fujitsu è sin d'ora un fornitore al top in Europa con un giro d'affari di quattro miliardi di dollari. Poi c'è tutto l'universo delle medie imprese da servire con soluzioni a valore aggiunto anche in ambito green. Cambiando le dinamiche di domanda cambiano i paradigmi dell'offerta It: ieri prodotti e manutenzioni, oggi e domani servizi gestiti e soluzioni infrastrutturali.
Per chiudere: ci sono nuove acquisizioni all'orizzonte per la nuova Fujitsu?
È una seria possibilità, nell'ottica di completare specifiche aree di competenza in alcuni mercati.