Quello che emerge dalla ricerca è che internet diventa un'alternativa, solitamente più creativa e produttiva, alla chiacchera o al caffè on i colleghi di lavoro, che spesso si trasforma in puro e semplice pettegolezzo. Lo studio dell'Università di Melborne porta quindi acqua al mulino di chi critica le aziende che vogliono controllare ogni singolo minuto della vita dei dipendenti vietando l'accesso a internet nel suo complesso o ad alcuni siti e di chi invece auspica una maggior fiducia nella possibilità che i dipendenti utilizzino il tempo passato sul web per sviluppare nuove idee e per aggiornarsi.
D'altra parte il social networking è stato il grande fenomeno globale del 2008 sul fronte dei consumatori, fenomeno che le stesse aziende non possono più permettersi di ignorare: stando a un recente studio di Nielsen Online, due terzi della popolazione di internet frequentano social network o blog e il settore vale ormai il dieci per cento del tempo speso dalle persone su internet. A livello globale il tempo passato dai navigatori sui social network è cresciuto del 38% arrivando a una quota del 9,3%. Il Paese che ha registrato la maggior crescita è la Svizzera (+207%), mentre l'Italia è al quarto posto (+113% a una quota del 15,4% del tempo passato su internet). Complice con molta probabilità il boom registrato da Facebook, arrivato a 7 milioni di utenti nel nostro Paese in meno di due anni. Chissà se con lo stesso ritmo di crescita nella produttivià.