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Twitter cambia pelle e aprirà alle aziende

dall' inviato Mario Platero

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Giovedí 28 Maggio 2009

CARLSBAD - Ieri a Carlsbad, al settimo convegno D, All Things Digital, il popolo di Internet e dell'Infocom ha reso omaggio ai nuovi eroi della rete, Evan Williams e Biz Stone, i fondatori di Twitter. Per due ragioni, perché hanno dimostrato che la rete può essere sempre travolta da un nuovo fenomeno esplosivo.

E perché hanno rispolverato, proprio oggi, in tempo di crisi, di umile ridimensionamento, il postulato della «valutazione irrazionale» per prodotti Internet rivoluzionari: Twitter ha triplicato il traffico solo negli ultimi mesi, balzando a 34 milioni di visitatori (ma fra i corridoi del Four Season di Carlsbad c'era già chi parlava di 60 milioni), un anno fa aveva appena un milione di visitatori. È ancora nella fase primordiale: ha una struttura di 45 persone inclusi i fondatori, non ha un dollaro di reddito, c'è vaghezza sul "business model". Ma sulla carta oggi vale lo stesso un miliardo di dollari. A febbraio valeva 250 milioni! Incontriamo Williams, carino, originario del Nebraska, 37 anni.

È già una celebrità nel settore perché fu lui a lanciare nel 1999 il termine "Blog" e "Blogger", ai margini del convegno. Con lui, inseparabile c'è Biz Stone, 35 anni, il suo socio (minoritario), più sfuggente e forse un tantino scostante. «Qualche idea ce l'abbiamo: vogliamo creare un traffico più mirato e far capire che attraverso Twitter si può imparare, non è solo uno strumento passivo o limitato che raccoglie in poche parole espressioni di un certo momento apparentemente inutili» dice Williams. «Abbiamo anche in mente il mondo aziendale, dei professionals – aggiunge Stone – non c'è un modello ma ci sono delle idee, forse a produttori di beni al consumo può interessare catturare gusti o sensazioni della loro base di clienti o identificare audience trasversali».

Per chi non fosse completamente al corrente, Twitter fa un balzo in avanti rispetto a Facebook, come Google lo fece su Yahoo!: semplificando, è un microblog, ci si iscrive gratis, ciascuno degli iscritti può inserire un messaggio non più lungo di 140 lettere in risposta alla domanda «cosa stai facendo?». L'iscritto è alle stesso tempo "seguito" o "al seguito". In apparenza i messaggi sono inutili: «Vado a dormire», «ho appena preso un cappuccino molto buono» e così via. Ma dietro questa apparente inutilità si mobilita un potente ecosistema fatto di grandi numeri, di preferenze, di gusti e di micro e macroinformazione. Per la micro, si segue un cosa particolarissima, che dire, uno sviluppo di quartiere o un argomento specialistico su cui qualcuno mette in rete informazioni aggiornate. In termini macro significa seguire una celebrità, del giornalismo ad esempio che da opinioni, o dello spettacolo, bypassando agenzie di stampa.

C'è, dunque, se bene organizzato, anche uno straordinario potere informativo. È questo che intendeva Williams quando diceva che su Twitter si può «imparare». Il successo è stato enorme, un anno fa c'erano un milione id iscritti, oggi come abbiamo detto sono 35 milioni – o 60, a seconda dei pareri –. Entro l'anno ci saranno novanta dipendenti e si sta già ridisegnando la "home page". L'idea di Twitter e dei Twitts, le minuscule frasi, era venuta a Jack Dorsey, un dipendente di Williams nella sua vecchia società. Dorsey aveva fatto programmi per tassisti e "dispatcher" (centralini di prenotazione), che avevano in continuazione bisogno di sapere dove fosse il traffico in un certo momento. «Perché non farlo per tutti? Mi disse Jack, così abbiamo provato – racconta ancora Williams – e Dorsey e Biz hanno scritto il programma di base in due settimane».

Adesso arriva la parte difficile: tenere il ritmo, fare le alleanze giuste, raccogliere fondi con prudenza. Per ora c'è stato un primo round di venture capital di 20 milioni di dollari e un altro in febbraio per 35 milioni di dollari. La diluzione, dicono fonti, è stata contenuta. Ma adesso ci vuole il modello, poi il testing del modello, poi la Borsa. Quando la crisi sarà già finita, ovviamente.


Giovedí 28 Maggio 2009
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