La chiusura del 2008 ha confermato il calo del mercato italiano dei componenti elettronici, i cui segnali di sofferenza erano già emersi nel corso del 2007, e per il 2009 le prospettive rimangono incerte: è il quadro che emerge dalla ricerca presentata oggi a Milano dall'Associazione nazionale componenti elettronici federata Anie e da Assodel (associazione nazionale fornitori elettronica). La flessione del giro d'affari nel 2008 è stata pari al 10% a prezzi correnti rispetto all'anno precedente, con il fatturato calato a 4,6 miliardi di euro contro i 5,1 dei dodici mesi precedenti; giù del 16% le esportazioni, -18,8% le importazioni. Al momento, secondo la ricerca, non ci sono indicazioni che lascino intravedere a breve una ripresa della domanda sul fronte interno. La situazione del comparto italiano riflette, e in parte accentua, lo scenario europeo: la crisi economica si è innestata su una sofferenza del settore dell'elettronica già in atto da anni dove, se tra i paesi produttori si conferma la leadership della Germania, pur pesantemente investita dalla crisi del settore, tengono meglio i Paesi del nord (Danimarca, Svezia e Norvegia). Le imprese italiane del settore (oltre 200 quelle rappresentate dalle due associazioni, con un volume di fatturato di circa 2 miliardi di euro) lamentano in particolare problemi legati all'accesso al credito, soprattutto per le Pmi, nonchè l'aumento sia delle richieste di dilazione dei pagamenti sia del contenzioso; alle istituzioni chiedono «un piano industriale per il rilancio dell'elettronica».