ILSOLE24ORE.COM > Notizie Tecnologia e Business ARCHIVIO

Cresce il social lending in Italia. In 40mila scambiano soldi sul web

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
12 luglio 2009

Il web 2.0 è entrato con successo nel settore del credito anche in Italia. A poco più di un anno dalla comparsa del social lending con i due principali competitor Zopa.it e Boober.it, sono giá più di 40mila gli italiani che, complice anche la crisi economica e il conseguente crollo del mercato del credito al consumo, hanno scelto di scambiarsi denaro su internet bypassando gli intermediari tradizionali allo scopo di chiedere prestiti a tassi più bassi e prestare denaro a interessi maggiori.

«In passato - spiega all'Adnkronos Luciano Munari, docente di Controllo strategico degli intermediari finanziarì all'Università di Parma - questa opportunità era offerta dagli intermediari finanziari, ma la crisi di fiducia che ha colpito recentemente queste realtá ha creato uno stimolo a ricercare modalitá diverse di investimento e di indebitamento, saltando un passaggio intermedio, giudicato, a torto o a ragione, molto costoso». Tuttavia per altri economisti la situazione di incertezza generata dalla crisi economica potrebbe allo stesso modo rappresentare un freno per lo sviluppo di queste nuove forme di prestito.

Nel primo trimestre del 2009, periodo durante il quale gli effetti della crisi globale sono stati di maggiore intensitá, il mercato del credito al consumo in Italia ha registrato un decisivo crollo. Per anni le famiglie italiane hanno continuato ad indebitarsi, fino al primo dato negativo di questo primo trimestre: -10,7%. È quanto emerge dall'analisi di Assofin, l'Associazione Italiana del Credito al Consumo e Immobiliare.

In Italia sono due le principali societá che si occupano di social lending: la prima, Boober.it, è nata in Olanda; la seconda, Zopa.it, è stata importata dal Regno Unito. Offrire o ricevere in prestito del denaro è molto facile: «Per il richiedente - spiega Maurizio Sella, amministratore delegato di Zopa Italia - bisogna iscriversi, si fa la richiesta direttamente sul web e in tempo reale viene data la risposta se il prestito viene concesso o meno; per quanto riguarda il prestatore, anche lui va sul sito, si registra, fa la sua offerta e decide di prestare una certa somma ad un certo tasso d'interesse. Nel momento in cui offerta e domanda si incontrano ecco che si realizza il finanziamento».

Dopo aver effettuato l'iscrizione il richiedente specifica l'importo richiesto (da 1.500 a 15mila euro) e la durata del prestito (12, 24, 36 e 48 mesi). «Dal momento della richiesta sul web -spiega Maurizio Sella- interroghiamo le societá di informazione creditizia le quali ci danno indietro un rating che corrisponde ad una categoria di rischio di Zopa». Il richiedente sa così immediatamente se è nelle condizioni di poter ricevere un prestito. Il prestatore però, secondo alcuni esperti, potrebbe essere svantaggiato rispetto al prenditore.

In cambio della gestione della piattaforma tecnologica e delle transazioni, dell'attivitá di recupero crediti e del marketing, funzionale a far crescere la comunitá, gli operatori prendono una commissione che viene richiesta sia ai prestatori (l'1% nel caso di Zopa), sia ai richiedenti (da 0,5% a 2,5% in base alla categoria di rischio). La commissione viene calcolata per i primi sull'importo dato in prestito al netto dei rimborsi e per i secondi sull'ammontare del prestito ottenuto. Nel caso del richiedente si aggiunge una quota fissa di 15 euro per anno di durata del finanziamento, non addebitando costi per l'incasso delle rate. Oltre alla trasparenza, alla possibilitá di restare anonimi e alla comoditá nell'effettuare le operazioni, c'è un motivo fondamentale a spingere più di 37mila italiani a fidarsi di questo esempio inaugurale di social lending: il risparmio. «I tassi ad oggi per chi ha prestato del denaro sono stati intorno al 7% -afferma Maurizio Sella- per chi ha richiesto denaro intorno al 9,7%. I tassi medi delle finanziarie per i richiedenti sono intorno al 14,5%».

Ma per alcuni economisti «il guadagno è minimo - sottolinea all'Adnkronos Umberto Filotto, docente dell'area intermediazione finanziaria e assicurazioni dell'universitá Bocconi - e non c'era molto grasso in più che andava alle banche. Il sistema viene presentato come miracolistico, anche se con il peer to peer non si elimina il rischio». Il credito «ha una sua chimica -aggiunge Filotto- per cui per rendimenti elevati si richiedono rischi elevati. In più c'è un problema che è quello del servicing, dei costi operativi, che non sono irrilevanti e che non si capisce bene dove vadano a finire nel peer to peer. Un conto sono i costi di incassi, solleciti, contratti su 5mila euro, un conto su 5mln di euro. Probabilmente vengono smaltiti sulla massa dei richiedenti».
L'ipotesi di una crescita esponenziale del fenomeno a tal punto da impensierire i grandi istituti del credito sembra tuttavia non avere fondamenti. «I prestiti peer-to-peer -commenta Munari- mi sembrano più adatti a soddisfare esigenze finanziarie di importo limitato. Difficilmente un'impresa che ha bisogno di finanziamenti di elevato importo potrebbe soddisfare le sue esigenze attraverso questi sistemi, non fosse altro che per il tempo necessario per raccogliere i capitali con il contributo di un numero molto elevato di piccoli importi provenienti da singoli risparmiatori».

Il profilo tipico dei datori e dei prenditori di fondi è infatti prevalentemente maschile e giovane, di etá compresa tra i 25 e i 45 anni.

12 luglio 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio


L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER   
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
7 MAGGIO 2010
7 MAGGIO 2010
7 MAGGIO 2010
7 maggio 2010
 
L'Italia vista dal satellite
La domenica di sport
Sony Ericsson Xperia X10
Nokia N8
Si chiude l'era del floppy disk
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-