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Berlino a Google: no ai libri digitali

di Antonio Dini

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03 settembre 2009

La Germania contro Google. Il ministero della Giustizia tedesco ha presentato una memoria al tribunale di New York che a ottobre deciderà se ratificare l'accordo raggiunto negli Stati Uniti tra il colosso dei motori di ricerca e le associazioni di editori ed autori. Argomento del contendere: la digitalizzazione di milioni di libri che Google conduce con il suo progetto Google Books, originariamente presentato proprio in Germania, alla fiera del libro di Francoforte del 2004.
L'accordo extragiudiziale, dal punto di vista della Germania, viola non solo la legge tedesca sul copyright, ma anche il sistema della privacy nazionale e crea un monopolio per quanto riguarda i libri rimasti "orfani" di un autore o fuori catalogo. I tedeschi non sono i soli a cercare di fermare Google nel suo tentativo di trasformare in bit milioni di pagine di libri che giacciono spesso abbandonate nelle biblioteche.

La prima a muoversi era stata la Authors Guild americana, una delle associazioni di autori, che si era opposta nel 2005 al progetto di digitalizzazione avviato in accordo con una serie di biblioteche pubbliche e universitarie.
Gli autori e poi gli editori avevano avanzato l'ipotesi che Google stesse grossolanamente violando il diritto di riproduzione delle opere di autori viventi o in presenza di altri soggetti titolari. Per questo, dopo una lunga serie di trattative, un anno fa Google e un gruppo di autori ed editori avevano raggiunto l'accordo: un rimborso forfettario per gli autori ed editori che sottoscrivevano, americani o stranieri, e il via libera implicito alla digitalizzazione per chi non si faceva sentire. In più, Google si impegnava a trattenere solo il 37% dei soldi eventualmente guadagnati vendendo libri digitali e a dare il resto alle varie associazioni di autori.
Le critiche all'accordo non erano mancate, tanto che la corte federale di Manhattan incaricata di ratificarlo nella seduta del prossimo 7 ottobre aveva lasciato tempo sino alla fine di questa settimana per raccogliere le opposizioni. Che non sono mancate.

Il progetto di Google, che ha tagliato il traguardo dei 10 milioni di libri digitalizzati, ha l'obiettivo di renderli "cercabili" via internet e poi, nel caso siano privi di copyright o "liberati" dagli aventi diritto, di scaricarne la versione elettronica oppure vendere quella sotto copyright. Al progetto hanno aderito fin da subito Harvard, Stanford, Oxford e la biblioteca pubblica di New York. Negli anni, insieme a numerose istituzioni americane, si sono aggiunte anche alcune biblioteche di Spagna, Francia e Germania, come quella del Land della Baviera. Le biblioteche nazionali di Italia e Francia stanno negoziando in questi mesi un eventuale accordo.
Ma i problemi sono rimasti confinati alla causa "Authors Guild contro Google" che si discuterà a ottobre, mentre altri soggetti si sono mossi e si muovono nel mercato dell'editoria elettronica. Amazon, ad esempio, che ha lanciato il lettore di libri digitali Kindle e il negozio online, oppure la prima catena di librerie americane, Barnes & Noble, che tra pochi mesi presenterà il proprio "eBook reader". Nell'intero mercato editoriale che negli Usa valeva nel 2008 24,3 miliardi di dollari, l'industria del libro digitale è in crescita del 115% annuo ma vale per adesso solo 112 milioni di dollari, anche se per il 2012 è calcolato che in quel paese ci saranno più di 14 milioni di lettori di libri digitali.

Ad agosto, Amazon, Microsoft e Yahoo si sono iscritte al consorzio non profit Open Book Alliance con l'obiettivo di opporsi al monopolio di fatto di Google. Anche se poi, a differenza di Amazon, Google mette a disposizione di tutti i volumi digitali privi di copyright. Per questo Google non è sola, ma può contare su Sony e altri produttori minori di lettori di eBook, che vogliono i 500mila titoli fuori catalogo e fuori copyright già digitalizzati da Google.

antoniodini@me.com

03 settembre 2009
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