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Quanto consuma un data center?

di Gianni Rusconi

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23 settembre 2009

Se il DataCenter 2020 di T-Systems e Intel è sicuramente un progetto all’avanguardia, non mancano di certo vari altri esempi in materia di centri “green”, e cioè di strutture che utilizzano sistemi e tecnologie avanzate (dalla virtualizzazione storage aldynamic provisioning) e soddisfano i requisiti di uno standard globale quale è per l’appunto il Power Usage Effectiveness. La tendenza in atto è quella di avvicinarsi al valore di 1 per ridurre ai minimi termini le emissioni di CO2 e di conseguenza gli impatti sull’ambiente: un obiettivo raggiungibile solo diminuendo sensibilmente il consumo energetico delle macchine e utilizzando fonti rinnovabili per alimentare le stesse e i sistemi di raffreddamento (che in alcuni casi sfruttano totalmente o parzialmente l’aria esterna o addirittura l’acqua). Il data center di Hitachi Data Systems inaugurato a a Yokohama in Giappone a inizio settembre occupa uno spazio di 10mila metri quadrati ed è pensato per ottenere un valore di Pue pari a 1,6 ma sono soprattutto le Internet company a contendersi il primato nei data center più “ecologici”. Yahoo sta costruendo un nuovo centro a Buffalo progettato per operare con un indice di efficienza di 1.1, Microsoft pare abbia raggiunto da parte propria un Pue di 1,22 mentre il “Data Center A” di Google, che contiene a quanto pare oltre 50mila server sospesi in aria e raffreddati ad acqua, vanterebbe un indice di Power Usage Effectiveness di 1,12, il che testimonierebbe la capacità di sfruttare la quasi totalità dell’energia elettrica erogata alla struttura per l’alimentazione delle macchine.

 

Per i profani della tecnologia, la descrizione sintetica di un data center può essere la seguente: una stanza o una struttura molto più grande che ospita le apparecchiature informatiche su cui girano i sistemi informativi aziendali, gli apparati di rete, quelli di alimentazione e raffreddamento e controllo/prevenzione di incendi. In media, circa il 50% di tutta l’energia elettrica in ingresso in un centro dati serve per alimentare i sistemi di aria condizionata necessari per mantenere i server a una temperatura operativa corretta; il rimanente 50% viene impiegata per far funzionare i server. Quanto, negli ultimi anni, sia cresciuto il peso dei data center nell’economia dei costi aziendali e degli investimenti aziendali, lo dimostra in modo evidente l’evoluzione della struttura dei centri dati di Intel, il primo produttore di processori per pc al mondo: dal 1996 a oggi, le sale macchine della società californiana sono passate da 8 a 75 e il numero di server ospitati è aumentato del 6000%, con un conseguente aumento considerevole dei consumi di energia. Oggi, secondo una stima recente, l’insieme di tutti i data center situati in California consuma lo 0,1% del consumo energetico complessivo dello Stato ed è inevitabilmente destinato a salire a cifre esorbitanti (migliaia di miliardi di kilowattora). Quanto sia impattante un data center a livello di energia richiesta lo dimostrano questi due dati: un tipico data center assorbe circa 50 MegaWatt, il fabbisogno utile per far funzionare 140.000 televisori, e uno allestito su una superficie di 5.000 metri quadrati che opera a 4 MegaWatt (la capacità di quello di Google è di 10 MegaWatt) consuma l’equivalente di 57 barili di petrolio al giorno.

 

Anche l’Unione Europea è molto sensibile al problema del crescente impatto energetico dei data center e a far preoccupare i vertici di Bruxelles sono in particolare i dati raccolti a supporto del programma Energia intelligente – Europa”. I circa sette milioni di centri di elaborazione dati attivi nei Paesi della Ue consumerebbero infatti 40 miliardi di Kilowattora, un valore corrispondente al consumo richiesto per l’illuminazione di un intero anno di una vasta area abitata. Tale dato è destinato a raddoppiare, se non interverranno sostanziali interventi correttivi, entro il 2011. E quanto i consumi di energia dei data center siano tutt’ora un problema non indifferente per milioni di aziende (e non solo le Google del caso che lavorano di decine di migliaia di server) lo conferma una stima della società di ricerca Gartner: la percentuale del budget di spesa It riservata alle bollette elettriche è destinata ad aumentare dall’attuale 10% al 50% nei prossimi anni.

23 settembre 2009
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