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In classe arrivano i videogiochi a supporto della didattica

di Claudio Tucci

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1 ottobre 2009

Arriva un nuovo sistema di classificazione per l'acquisto sicuro dei videogiochi. L'età sarà differenziata in base a 3 diversi colori: verde, arancione e rosso, mentre il contenuto sarà illustrato da una didascalia ad hoc per facilitarne la comprensione. Norme più stringenti, poi, sul fronte dei controlli e delle sanzioni. Prima dell'immissione in commercio del prodotto, diventa obbligatoria la revisione del gioco e per l'editore che viola le nuove regole scatta una multa che, nei casi più gravi, può arrivare fino a 500mila euro, oltre al ritiro immediato del prodotto dallo scaffale.

A illustrare la nuova versione del sistema europeo di classificazione dei videogiochi, Pegi 2.0, operativa, in Italia, dal 1° settembre scorso, il presidente dell'Aesvi (Associazione editori software videoludico italiana) Andrea Persegati, nel corso di un convegno, alla Camera, organizzato per fare il punto, con istituzioni e industria del settore, sullo stato dell'arte del settore dei videogiochi nel Belpaese. Che, crisi economica a parte, rappresenta uno dei settori più dinamici del mercato dell'intrattenimento. Con un fatturato complessivo 2008 di oltre 1,2 miliardi di euro e un tasso di crescita del +21,6% rispetto all'anno precedente. Numeri sostanzialmente confermati nei primi 4 mesi del 2009, con il settore hardware in crescita del 5,9% e il software a +8,8 per cento. Senza contare, poi, che, ormai, una famiglia su 3 è in possesso di almeno una console, per una platea di fruitori che si conferma sempre più variegata, con un'età media del videogiocatore italiano di circa 28 anni, e, soprattutto, con picchi di diffusione e utilizzo tra i giovanissimi.

In quest'ottica, l'Aesvi ha annunciato la firma imminente di un'intesa con il ministero dell'Istruzione per portare i videogiochi nelle scuole a supporto della didattica. L'accordo prevede una sperimentazione di 3 mesi, a partire da ottobre, dell'utilizzo di un videogame in alcune classe. Dopo di che, un team di psicologi valuterà l'impatto del prodotto sull'apprendimento dei ragazzi. E se positivo, l'esperimento sarà riproposto su scala più ampia, fino a diventare, col tempo, un vero e proprio strumento didattico integrativo a fianco dei metodi tradizionali.

Motivo in più per avere sul mercato solo ed esclusivamente prodotti sicuri. Grazie al nuovo Pegi 2.0, è stata aggiornata la classificazione dei videogiochi per età, con l'aggiunta di colori per differenziare le vare fasce di pubblico. Il colore verde è stato abbinato agli anni 3 e 7. Il gioco che riporta, quindi, sulla confezione questi due numeri in verde, vuol dire che è adatto, rispettivamente, per bambini di 3 e 7 anni. Il colore arancione, invece, è stato abbinato agli anni 12 e 16. Mentre il rosso, agli anni 18. Scompare definitivamente dalla scatola il simbolo "+", visto che creava, sottolineano dall'Aesvi, più confusione che chiarezza. Nuova versione, anche, per le classificazioni per contenuto. Accanto ai classici simboli, ora, compare, pure, una didascalia esplicativa: il pugno chiuso, per esempio, riporta, sotto, la la scritta "violenza". Mentre il ragno stilizzato e la siringa, rispettivamente, la scritta "paura" e "droghe". Inoltre, per assicurare che il Pegi sia utilizzato in tutti i settori del mercato dei videogiochi, è stata creata anche una nuova etichetta "Pegi Ok" per i giochi scaricabili che non contengono contenuti pericolosi, tipo i puzzle. Un'etichetta che non apparirà sui prodotti confezionati.

Tutti i giochi, poi, saranno controllati dal'ente amministratore del Pegi prima della loro distruibuzione sul mercato. «Si tratta - spiega Thalita Malagò, segretario generale dell'Aesvi - di un'importante novità, considerato che prima alcuni giochi venivano solo contrassegnati da una classificazione per età 12,16,18), mentre per i giochi per i più piccoli (3 e 7 anni) ci si basava sulla sola autovalutazione dell'editore e la verifica da parte dell'ente amministratore avveniva, a campione, dopo l'immissione in commercio». Novità, infine, pure, sul fronte sanzionatorio, con l'inasprimento delle multe che possono arrivare fino a 500mila euro e con l'obbligo esplicito per l'editore di videogioco a rispettare scrupolosamente tutte le norme contenute nel codice di condotta Pegi.

1 ottobre 2009
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