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Sui cellulari servizi per 5 miliardi

di Daniele Lepido

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24 gennaio 2010

MILANO - Se Alexander Bell e Guglielmo Marconi – in un ipotetico parterre fuori dal tempo – potessero prendere un caffè con Steve Jobs si troverebbero d'accordo su un punto: telefonare è l'azione più scontata (per gli utenti) e meno redditizia (per gestori e produttori) nel mondo della telefonia. E già perché con il traffico-voce gli affari sono sempre più magri, in termini di ricavi, visto che i prezzi tendono a scendere ormai da anni, anche se i minuti "parlati" curiosamente aumentano. Ma se i cellulari si trasformano in smartphone intelligenti cambiano anche servizi e offerte. E tutto migra sul mobile: dai videogiochi ai social network, dalla televisione alle notizie.
Il mercato dei servizi innovativi, quelli sui quali gli operatori di telefonia stanno puntando, ha raggiunto nel 2009, secondo un'elaborazione del Sole 24 Ore, quota 5 miliardi di euro, in crescita di circa l'8-10% sul 2008. Numeri ancora non ufficiali, per un calderone poco omogeneo dove al vero e proprio boom delle chiavette per andare sul web (+30% di traffico l'anno scorso) e a quello del microbrowsing da cellulare (+25%) fa da contraltare la discesa delle entrate dei contenuti a pagamento. Segno che, soprattutto le suonerie, almeno quelle 1.0 vecchia maniera, hanno fatto il loro tempo. Intanto i gestori si attrezzano e vanno alla guerra per accaparrarsi le applicazioni che generano traffico. «Gli utenti che navigano su internet dal telefonino sono ormai quasi 10 milioni – spiega Filippo Renga, responsabile delle ricerche degli osservatori mobile consumer della School of management del Politecnico di Milano – ma i numeri crescono di mese in mese e siamo convinti che, con la continua diffusione delle tariffe flat, l'evoluzione delle reti cellulari e il successo degli smartphone, le persone collegate in mobilità saranno sempre di più. I nuovi telefoni, infatti, assomigliano ormai a dei veri e propri mini-pc (o mini Mac): «E se è vero che la funzione telefonica – continua Renga – è ancora prevalente, ormai la decisione di acquisto avviene sui servizi aggiuntivi, legati alla possibilità di navigare, chattare e frequentare le proprie community preferite anche in mobilità». Ma cosa pensano i gestori?
«Il mercato della banda larga mobile presenta tassi di crescita importanti – dichiara Fabrizio Gorietti, responsabile marketing consumer di Telecom Italia – e nel 2009 su questo segmento abbiamo registrato un incremento del 30% rispetto al 2008. La verità è che siamo molto focalizzati su questo mercato attraverso offerte differenziate che, da una parte, guardano ai clienti di maggior valore, e dall'altra si rivolgono a chi non ha ancora acquisito familiarità con questi servizi».
La convinzione che il consumo medio di voce crolli anno su anno è un mito da sfatare mentre è una realtà che i ricavi derivanti da questo canale siano sotto pressione da anni, proprio perché la semplice telefonata è percepita ormai come una commodity dal valore "scontato": «I nostri clienti aumentano il numero medio di minuti voce del 5-6% ogni dodici mesi – racconta Maximo Ibarra, direttore del settore mobile di Wind – anche se è vero che la crescita del volume complessivo dei dati viaggia nell'ordine del 250%, imparagonabile». Tra i servizi più recenti presentati dall'operatore che fa capo a Naguib Sawiris, ci sono le notifiche via sms degli aggiornamenti su Facebook.
«Nel 2009 il traffico dati generato dalla navigazione da cellulare è aumentato del 50% – sostiene Silvia Candiani, direttore consumer mobile marketing di Vodafone Italia – e non sono solo i social network a vincere la sfida delle piattaforme più visitate, ma anche funzionalità classiche come il meteo o le news vanno forte».
E c'è anche qualcuno che continua a credere nel palinsesto tv su cellulare. «Nel 2010 punteremo ancora, tra le altre cose, sulla televisione mobile, che ha come punto di riferimento l'iPhone – dice Alberto Silva, direttore marketing di 3 Italia– con un bouquet di canali come Sky, Fox e la Serie A – con nuove offerte sulle chiavette e per i netbook». Bell e Marconi sarebbero (forse) d'accordo.

24 gennaio 2010
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